Anche Salvini non poteva farsi scappare la polemica su Disney+

Matteo Salvini utilizza i suoi soliti toni per commentare la (non) notizia della decisione di Disney+

27/01/2021 di Ilaria Roncone

Dove c’è polemica inutile e sterile, Matteo Salvini su Disney+ è presente. Proprio come Giorgia Meloni. Prima è toccato alla leader di Fratelli d’Italia commentare la limitazione di Disney su alcuni cartoni – «Il politicamente corretto colpisce anche le carte da gioco e i classici per bambini, fortunatamente (per ora) non in Italia.

Quando finirà questo delirio ideologico?» – poi è arrivato anche il leader della Lega. In ritardo, considerato che il post è arrivato solo ieri sera, prima dell’ospitata a Dimartedì.

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Salvini su Disney+ e le solite considerazioni

«Siamo alla follia! DUMBO, PETER PAN e ARISTOGATTI vietati ai minori di 7 anni… Un mondo di pazzi che va in una direzione sbagliata. Sono senza parole»: questi i (soliti) toni di Matteo Salvini. Sicuramente il tono sensazionalistico dell’articolo condiviso aiuta, considerato che TgCom24 titola: “La Disney mette “il bollino rosso” ai suoi classici: “Dumbo”, “Peter Pan”, e “Gli Aristogatti” vietati ai minori di 7 anni”. Follia, mondo di pazzi, direzione sbagliata, senza parole: un tipo di comunicazione a cui il leader leghista ha abituato i suoi e che punta sempre più a tornare indetro.

Il non scandalo di Disney+

Cosa è realmente accaduto lo dovrebbero capire bene sia il leghista la leader di FdI. In un progetto che è già stato ampiamente annunciato da ottobre – altro che scandalo, quindi – Disney ha deciso di inserire un fotogramma all’inizio di questi cartoni che informi dei contenuti sensibili presenti all’interno della storia. «Questo programma include rappresentazioni negative e/o trattamenti errati nei confronti di persone o culture – si legge – Questi stereotipi e comportamenti erano sbagliati allora e lo sono ancora oggi. La rimozione di questo contenuto negherebbe l’esistenza di questi pregiudizi e il loro impatto dannoso per la società. Scegliamo invece di trarne insegnamento per stimolare il dialogo e creare insieme un futuro più inclusivo». Fine. Tutto qui.

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