Salvini difende Biraghi e lo abbraccia: «Fascisti ovunque? No, ignoranti ovunque»

Matteo Salvini esprime solidarietà al calciatore dell’Inter Cristiano Biraghi che, nella giornata di ieri, è stato al centro di una polemica sui social network a causa di un’inqudratura andata in onda nel corso della partita di Champions League tra Inter e Barcellona. In quelle immagini veniva mostrato il suo parastinco, che aveva un elmo spartano inciso, su uno sfondo tricolore e con la frase Vae Victis (guai ai vinti).

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Salvini su Biraghi, la difesa del calciatore

Diverse pagine e gruppi antifascisti hanno fatto notare che quella simbologia è tipica di movimenti di estrema destra. Mentre, invece, Cristiano Biraghi sostiene che quel marchio altro non dimostra se non la sua passaione per il film Trecento, in cui si raccontano le vicende dell’esercito di Leonida alle Termopili, nel corso delle guerre persiane.

Matteo Salvini ha difeso il calciatore dell’Inter, postando un articolo che ricordava la vicenda. «Fascisti ovunque, razzisti ovunque…??? No, semplicemente ignoranti ovunque. Un abbraccio Cristiano». La solidarietà di Matteo Salvini a Cristiano Biraghi si inserisce nel solco di un tema e di un argomento che molto spesso il leader della Lega va ad affrontare. Ovvero, quello del ‘fascismo di ritorno’ che, tuttavia, viene percepito soltanto da alcune persone politicamente schierate a sinistra.

Salvini su Biraghi, il simbolo sul parastinco

Per questo motivo, il leader della Lega (di fede milanista) ha abbracciato idealmente il calciatore dell’Inter. Vale la pena ricordare che, sebbene non ci sia alcun riferimento esplicito a gruppi organizzati di estrema destra, la simbologia utilizzata su quel parastinco allude e strizza l’occhio a una determinata ideologia. Non è un caso se, ad esempio, il film Trecento fa parte dei riferimenti culturali della destra italiana, che vede al suo interno una storia di affermazione identitaria, di difesa della patria dall’invasione dello straniero, di combattimento fino all’ultimo sangue per tutelare le proprie origini e il proprio territorio. Insomma, anche senza riferimenti a simboli di partito, il background che c’è intorno a quell’oggetto è culturalmente definito. È pur vero, tuttavia, che occorre misurare la consapevolezza di chi possiede quello stesso oggetto.

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