Salvini si sostituisce a Di Maio e annuncia la convocazione dei sindacati

23/06/2019 di Redazione

Matteo Salvini vuole fare di tutto. Anche il ministro del Lavoro. E se nei mesi scorsi ha fatto invasioni di campo in territori legati alla Difesa, alle Infrastrutture (si pensi a tutto il dibattito sui porti chiusi), all’Economia (il dibattito sulla manovra), adesso rompe anche un altro tabù: quello di parlare di un argomento di competenza di Luigi Di Maio. Il leader del Movimento 5 Stelle, infatti, è il titolare del ministero del Lavoro e dello Sviluppo Economico e ci si attendeva la sua risposta alla manifestazione unitaria dei sindacati per il sud, che si è svolta nella giornata di ieri a Reggio Calabria.

Matteo Salvini invita i sindacati al Viminale

Proprio dal palco calabrese, infatti, dai sindacati è arrivata un’altra avvisaglia su uno sciopero generale in autunno. Una posizione che richiede un intervento da parte del governo. Mentre Di Maio, invece, è impegnato a risolvere le questioni interne al Movimento 5 Stelle, con il problema di Di Battista che è intervenuto a gamba tesa sull’azione di governo dei suoi colleghi di partito, è Matteo Salvini a rispondere ai sindacati, addirittura pensando a una convocazione entro il mese di luglio.

Salvini fa quello che avrebbe dovuto fare Di Maio

Una richiesta abbastanza irrituale per un ministro dell’Interno (anche se diventa meno irrituale se si pensa al fatto che, ultimamente, dopo le europee, Salvini agisce come presidente del Consiglio). «Entro luglio – dice Salvini – convocherò al Viminale i responsabili dei sindacati per confrontarci e per ragionare insieme sulla prossima manovra. Sono sicuro che in un anno questo governo abbia fatto di più per i lavoratori precari rispetto a quelli di sinistra che ci hanno preceduto». Poi, avvia anche la polemica con Maurizio Landini, segretario della Cgil, non convinto dalla proposta della Lega sulle autonomie: «Gli invierò il testo – ha detto Salvini – perché evidentemente non la conosce».

Dal canto loro, invece, i sindacati non sembrano intenzionati al dialogo. Landini, infatti, sostiene che l’interlocutore non può essere questo governo, dal momento che la sua vita è destinata a finire a breve. Intanto, c’è da registrare l’invito di Salvini al Viminale. Mentre Di Maio, sul da farsi, non sembra particolarmente deciso.

FOTO: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI

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