Salvini: «È un governicchio deciso 60mila militanti». Ma per il caso Diciotti gli andò benissimo

03/09/2019 di Enzo Boldi

Il fiume in piena Salvini cade nelle contraddizioni, come spesso gli accade da tempo. Mentre la piattaforma Rousseau ha dato il via al Movimento 5 Stelle per sancire definitivamente l’accordo con il Partito Democratico sotto la guida di Giuseppe Conte – domani l’incaricato premier salirà al Colle per sciogliere, positivamente, la riserva al presidente della Repubblica Sergio Mattarella -, il leader della Lega non ci sta e invita i due avversari a non cantar vittoria. E nel mirino finisce proprio la risoluzione decisa attraverso la consultazione online.

«Il partito delle poltrone ha segnato un gol, ma la partita è lunga. Non è il momento di disperarsi, ma di ragionare e prepararsi. Questo governicchio è sostenuto da 60mila militanti che hanno votato su Rousseau, ma è più serio chiedere il parere a 60 milioni di italiani». Così un furente Matteo Salvini nella sua diretta Facebook dopo l’esito della consultazione online. Eppure, solo qualche mese fa, era stato lo stesso leader della Lega a esser stato salvato da quei militanti.

Salvini, Rousseau e il caso Diciotti

Piccolo passo indietro per una storia nota ai più. Alla fine dello scorso anno, Matteo Salvini fu indagato per sequestro di persona in merito ai migranti trattenuti a bordo della nave Diciotti della Marina Militare. Il Movimento 5 Stelle, da sempre contrario all’immunità parlamentare, chiese alla base su Rousseau il loro parere per consentire ai senatori di esprimere un consenso o un dissenso in base al sentimento popolare degli iscritti. Il risultato fu il sì all’immunità che venne confermato dal M5S in Giunta e a Palazzo Madama, salvando così Salvini.

Gol e autogol

Ora sembra passata un’eternità e quel metodo non va più bene. Nel video furente, il leader della Lega ha detto, comunque, di portare rispetto per gli iscritti contestando, però, il metodo. Ecco che dunque il fantasma Diciotti torna ad aleggiare e il riferimento non può essere taciuto. Troppo comodo rimanere in silenzio quando il risultato ti dà una pacca sulla spalla; facile protestare quando si perde per un autogol.

(foto di copertina: da pagina Facebook di Matteo Salvini)

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