Salvini a Fermo ha incontrato un carabiniere che postava foto di Hitler

18/07/2018 di Redazione

Il Fatto Quotidiano di oggi ha raccontato un retroscena in merito alla visita di Matteo Salvini a Fermo, in occasione delle inaugurazioni della nuova questura e dei nuovi comandi provinciali dei carabinieri e della Guardia di finanza. Il ministro dell’Interno ha voluto incontrare Gianluca Giacco, carabiniere che, insieme ad un collega, era intervenuto in via Tirassegno a seguito di una segnalazione dei residenti spaventati da un uomo nigeriano che stava cercando di introdursi nelle loro abitazioni. Nel tentativo di fermarlo era rimasto ferito ad una gamba.

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Salvini incontra carabiniere che aveva pubblicato la foto di Hitler

L’incontro si è puntualmente tenuto, come da programma. Tuttavia, la giornalista del Fatto Quotidiano, Sandra Amurri, che era presente ha fatto notare a Matteo Salvini che il carabiniere incontrato usava pubblicare sui social network dei post a sfondo fascista, con immagini di Adolf Hitler, tra le altre. L’account, a quanto pare, è stato opportunamente rivisto, poco prima della visita di Matteo Salvini.

La giornalista del Fatto Quotidiano ha chiesto a Salvini se fosse a conoscenza dell’attività social del carabiniere Gianluca Giacco. Il ministro dell’Interno ha risposto: «Quando vado a portare il mio onore a un uomo delle forze dell’ordine non vado a curiosare sui profili social. Poi non so nella vita privata per chi tifi, faccio il giornalista in aspettativa non retribuita e non prendo per oro colato quello che gli amici giornalisti, a volte, pubblicano. Chi di dovere farà degli approfondimenti, indagate voi».

Salvini incontra carabiniere, il retroscena

La giornalista del Fatto ha poi descritto anche un momento particolarmente imbarazzante, nel corso del quale alcune persone che hanno accompagnato Salvini nella sua visita a Fermo l’hanno avvicinata chiedendo conto dei post pubblicati dal carabiniere. Poi, riferisce sempre la cronista, un esponente della Lega nelle Marche l’avrebbe avvertita: «Adesso governiamo noi».

 

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