La ‘macchina del fango’ di Salvini, a Pontida cita i giornalisti sgraditi: Lerner, Scalfari, Santoro e Fazio
02/07/2018 di Redazione
L’Italia è un Paese dove un nutrito gruppo di cronisti che si occupa di criminalità è costretto a vivere sotto scorta. Sono precisamente 19 i giornalisti per i quali è stata disposta una particolare protezione delle forze dell’ordine. Eppure il ministro dell’Interno, che ha competenza sull’ordine pubblico ed è autorità nazionale di pubblica sicurezza, non risparmia frecciate alla categoria. Intervenendo ieri dal palco di Pontida nella veste di leader della Lega, Matteo Salvini ha citato dei giornalisti utilizzando espressioni di pessimo gusto: ha parlato di «rosiconi e menagramo» che criticano il suo partito o lo hanno dato in passato per morto e ha augurato «lunga vita umana e professionale ai Gad Lerner, a Eugenio Scalfari, a Michele Santoro, a Fabio Fazio.
Salvini a Pontida fa i nomi di tre giornalisti sgraditi: Lerner, Scalfari, Santoro, Fazio | Video
Salvini ha dunque fatto nomi e cognomi delle voci a lui meno simpatiche, le più distanti dalla Lega, in un comizio seguitissimo dai media, utilizzando un metodo da macchina del fango. «Io ricordo – ha detto – il ghigno di qualche giornalista… averne di giornalisti così… ‘la Lega è finita’… un bacione a Gad Lerner… lunga umana e professionale a lui, a Eugenio Scalfari, a Michele Santoro, a Fabio Fazio, a tutti i rosiconi menagramo… un bacione affettuoso».
Il breve elenco ricorda alcuni contestatissimi post che venivano di tanto in tanto pubblicati sul blog di Beppe Grillo dedicati al ‘Giornalista del giorno’. Erano delle brevi note attraverso il quale il sito di riferimento del Movimento 5 Stelle qualche anno fa, nel 2014, prendeva di mira i cronisti politici scomodi, in qualche caso toccando anche la sfera privata dei professionisti. Non era un bell’esempio allora, per una grande forza di opposizione. Non è un bell’esempio oggi, per un partito che governa il Paese e dice di volerne garantire la sicurezza ad ogni livello.
(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / PAOLO MAGNI)