Salvini si indigna sui social per l’Italia senza bandiera alle Olimpiadi, ma la riforma del Coni l’ha fatta la Lega

Fu responsabilità del governo giallo-verde e la trattativa era stata gestita dal braccio destro Giancarlo Giorgetti

26/01/2021 di Gianmichele Laino

Qualcuno dovrebbe dirglielo. Eppure, a volte, i trending topic prevalgono nettamente sul buonsenso. Matteo Salvini e le Olimpiadi rappresentano i due principali hashtag su Twitter, accanto alle dimissioni di Giuseppe Conte. Tuttavia, sin da ieri sera, il leader della Lega ha provato a posizionarsi (e a posizionare il proprio elettorato) sulla questione della mancata esposizione della bandiera dell’Italia (e dell’inno nazionale che dovrebbe accompagnare gli atleti trionfatori) ai prossimi Giochi Olimpici di Tokyo, come punizione che sembra ormai decisa dal CIO per la riforma della governance del comitato olimpico nazionale. Una riforma che mette a rischio anche l’organizzazione dei Giochi Olimpici invernali di Milano-Cortina 2026. Matteo Salvini ha attaccato il governo (o quel che ne resta, vista la giornata di oggi): «L’Italia che, grazie alla battaglia vinta dalla Lega contro i SignorNo, ospiterà le Olimpiadi invernali del 2026, non può non veder sventolare la sua Bandiera ai prossimi Giochi Olimpici! Evviva lo Sport libero e pulito!».

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Salvini e le olimpiadi, il suo riposizionamento

Matteo Salvini dimentica (volontariamente?) di spiegare nel suo tweet perché l’Italia rischia di andare ai Giochi Olimpici in Giappone senza la sua bandiera. Grazie al governo giallo-verde (il braccio destro di Matteo Salvini, Giancarlo Giorgetti, era sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo Sport) Coni Servizi non esiste più, dopo l’approvazione della legge di bilancio 2018. Era stata creata la società ‘Sport e Salute‘ che, praticamente, sottrae autonomia sia decisionale, sia economica al Coni. Un elemento in violazione con la carta olimpica internazionale, che prevede questa autonomia – soprattutto per quanto riguarda gli sport diffusi sul territorio – all’articolo 27. In caso di violazione di questo aspetto della carta, è prevista la sospensione del comitato nazionale. E, quindi, la partecipazione degli atleti alle olimpiadi senza bandiera.

Dunque, torniamo al tweet di Matteo Salvini con la bandiera tricolore. Tutto sembra essere partito proprio da una decisione del governo giallo-verde, tra l’altro diventata legge dello stato qualche settimana prima della caduta del Conte-uno. Successivamente, è vero, il governo giallo-rosso ha soltanto promesso un ritocco di questa riforma dello sport, senza mai riuscire (anche a causa dei veti del Movimento 5 Stelle) a intervenire in maniera organica. Bisogna tuttavia prendere in considerazione che il 2020, ovvero l’anno in cui questa modifica doveva essere effettuata, è stato l’anno della pandemia globale, dove la priorità era salvare il Paese dall’emergenza coronavirus. Insomma, qualche attenuante c’è, ma la responsabilità è di tutti. Compreso della Lega di Matteo Salvini che, ora, vorrebbe provare a trasformare in consenso anche quest’onta per lo sport nazionale. Anche se su Twitter più di qualcuno se ne è accorto.

Riforma Coni, tentativo in extremis

Tra le altre cose, nel consiglio dei ministri di oggi – quello che ha certificato le dimissioni di Giuseppe Conte – è stato approvato un decreto-lampo basato sulle proposte di autonomia per il Coni che erano state avanzate dal ministro Spadafora negli ultimi mesi di governo. Un tentativo in più per poter salvare la bandiera dell’Italia alle olimpiadi, nonostante le parole di Salvini sui “Signor No”. Non è detto, comunque, che basterà.

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