Il Louvre si è perso il Salvator Mundi

01/04/2019 di Enzo Boldi

Da quadro più costoso della storia a ‘chi l’ha visto’? Da mesi non si hanno più notizie del Salvator Mundi, opera attribuita al genio di Leonardo Da Vinci e di proprietà del Louvre. E proprio durante uno dei trasferimenti per far vedere lo straordinario lavoro dell’artista toscano in tutto il mondo si sono perse le sue tracce. Sparito nel nulla, come se un’opera d’arte potesse nascondersi e non comparire più agli occhi del pubblico e degli appassionati.

Del caso del Salvator Mundi si era iniziato a parlare già qualche mese fa, dopo la decisione del Louvre di esporlo nella sede degli Emirati Arabi ad Abu Dhabi. Da quel momento, dalla stipula di quell’accordo internazionale, sono passati più di 365 giorni, l’opera non è mai stata appesa alle pareti del museo arabo e, intervistato da Il Corriere della Sera, il direttore del Louvre negli Emirati Manuel Rabaté aveva risposto quasi piccato: «Non è nostro, la decisione di esporlo non spetta a noi, ma al Dipartimento della Cultura e del turismo di Abu Dhabi».

Il Salvator Mundi di Da Vinci è sparito

Un rimbalzo di responsabilità abbastanza sospetto e con dei retroscena molto preoccupanti. Secondo quanto approfondito e svelato dal New York Times, infatti, nessuno saprebbe dove si trova attualmente l’opera: se è stipata in qualche stanza oscura del museo, se ancora in Francia o se sia stata sottratta da qualcuno durante le fasi del trasferimento internazionale. Anzi, la cosa più grave viene sottolineata sempre dal quotidiano statunitense che cita fonti parigine: nessuno «è in grado di localizzare il Salvator mundi».

Il quadro da record: è costato 450 milioni di euro

Un bello smacco per l’opera più costosa al mondo. Nel 2017, infatti, il Salvator Mundi – attribuito al maestro Leonardo Da Vinci per tratto e colore, seppur non ci sia mai stata la conferma ufficiale che il tutto sia stato prodotto dalla sua mano – era stato battuto all’asta per la cifra record di 450 milioni di euro. Soldi ben spesi, ma che ora sembrano esser svaniti nel nulla, all’ombra dell’opera d’arte sparita.

 

(foto di copertina:  Ray Tang via ZUMA Press)

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