Salta nel fiume e i piranha lo sbranano
07/12/2011 di Tommaso Caldarelli
Un diciottenne muore dissanguato in Bolivia
Nell’emisfero australe, novembre è un bel mese: caldo, a volte anche afoso. Si sa, nel sud del mondo l’estate boreale è l’inverno, e viceversa. In Bolivia faceva veramente molto caldo quando Oscar Barbosa, pescatore diciottenne, ha deciso di tuffarsi nel rio Yata, fiume che scorre al confine nord-occidentale del paese con il Brasile, attraverso la città di Guayaramerin: appena ha toccato l’acqua è stato aggredito da un banco di piranha rossi carnivori che lo hanno letteralmente sbranato vivo. La storia è stata ripresa dall’Associated Press dopo il lancio da una radio boliviana e ha fatto già il giro del mondo. Il povero Oscar è morto dissanguato: “Alcuni testimoni hanno aiutato il giovane ad uscire dal fiume però non hanno provveduto a trasportarlo in un centro medico”, motivo per cui il ragazzo “è morto per le ferite”. Secondo i pescatori locali questa è l’epoca peggiore per bagnarsi nel fiume che in questi mesi è “pieno di piranha rossi”: e proprio perché Oscar era un pescatore esperto, ora le forze dell’ordine pensano ad un suicidio: difficile che lui non lo sapesse. Ecco il pesce responsabile dell’omicidio.