L’accusa: «Salvini usa il rosario come un mafioso»

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Il senatore Nicola Morra e il religioso Don Maurizio Novello analizzano il gesto ormai abituale del ministro dell'Interno

La svolta comunicativa in chiave religiosa di Matteo Salvini è sotto gli occhi di tutti. Iniziata al comizio pre-europee, è continuata con diverse invocazioni alla Vergine Maria, alcune anche sbagliate o imprecise. Il rosario di Salvini è il nuovo feticcio dei leghisti: lo porta ovunque, lo mostra, lo bacia, lo stringe. Anche durante la critica giornata di martedì 20 agosto, il leader del Carroccio l’ha portato con sé, forse anche a favor di fotografi. Ma secondo il senatore Nicola Morra e Don Maurizio Novello, il modo in cui utilizza il simbolo religioso non sarebbe segno di un ritrovato furor religioso, bensì una riproposizione di abitudini e costumi della criminalità organizzata.



L’accusa: «Salvini usa il rosario come un mafioso»

A scagliare la prima pietra, per restare in paragoni religiosi, è il senatore Nicola Morra. «Matteo Salvini dopo che l’8 di agosto ha fatto sapere urbi et orbi che bisognava interrompere l’esperienza di governo ha avviato un tour, non un pellegrinaggio, incontrando cittadini, venendo contestato, ma soprattutto ostentando il rosario» ha dichiarato il politico del movimento 5 stelle. Genovese, è stato eletto come presidente della Commissione parlamentare antimafia. Ecco perché le parole che ha pronunciato successivamente acquistano in certo peso: «Ora in terra di Calabria ostentare il rosario, votarsi alla Madonna, dove c’è il santuario cui la ‘ndrangheta ha deciso di consegnarsi significa mandare messaggi che uomini di Stato, soprattutto ministri degli Interni devono ben guardarsi dal mandare». Il senatore pentastellato però assolve il ministro dell’interno, chiarendo di non pensare che questi sia colluso con la criminalità organizzata. «Sicuramente è stato per ignoranza, quindi padre perdonalo perché non sapeva quello che faceva» ha infatti aggiunto Morra.

Il rimprovero però è giunto anche dalla sfera religiosa. Don Maurizio Novello, delegato vescovile per la Pastorale Scolastica e Universitaria e parroco della Parrocchia San Corrado nella Cattedrale in Noto, aveva sottolineato il modus operandi ambiguo già alla fine del comizio a Siracusa, conclusosi con Salvini che stringeva fra le mani il rosario e un’immaginetta del martire san Sebastiano. «Le stesse cose li fanno i mafiosi dalle nostre parti – aveva detto Don Novello –  Si usano i simboli sacri per mostrare potere e protezione. Un cristiano non fa questo». Salvini, descritto dal religioso come «solo un fanatico che mostra segni di potere», che «fa crollare un governo per ottenere pieni poteri» riproponendo la modalità di inizio de «le dittature», sparge «l’odio e la paura» in giro per l’Italia. Un’azione «intollerabile» aggiunge il religioso: « lui che ha disprezzato il sud e la nostra meravigliosa terra, non può avere consensi tra noi». Don Novello ha anche aggiunto di ritenere che «se un cristiano vota Salvini è lontano dal Vangelo e da Gesù. Dio sta dalla parte degli ultimi e non dei razzisti…. e la Madonna non protegge i sovranisti. Può sventolare tutti i santi ma è senza Dio». Posizione rilanciata anche da Padre Alex Zanotelli negli ultimi giorni. Il discorso del Parroco si era concluso con un invito a Salvini a lasciare il prima possibile «la nostra Sicilia, culla di culture e di integrazione fra i popoli, terra di dialogo e di inclusione senza differenze», condannando il suo accanimento contro immigrati e rom «piuttosto che i mafiosi che hanno il controllo del territorio, questi ultimi sono un bacino non indifferente di voti». «Il potere va esercitato con i forti e prepotenti non con i deboli. E se poi si rispettano leggi, costituzione, trattati e norme sarebbe auspicabile. Il Signore ci liberi da questo male e da questo volgare arringatore di popolo. Il buon senso illumini gli italiani».



 

(Credits immagine di copertina: ANSA/ ETTORE FERRARI)