La risposta di Libero dopo il titolo su pil e gay: «Noi vittima di pregiudizio»
24/01/2019 di Redazione
Nessun passo indietro. Il quotidiano Libero non si pente per il titolo in prima pagina su pil e gay che ha scatenato ieri forti polemiche e la reazione indignata delle associazioni Lgbt. In un lungo articolo oggi il direttore della testata, Pietro Senaldi, prova a spiegare che il giornale è «oggetto di pregiudizio» e viene «massacrato per aver detto la verità». «Sbagliamo per definizione», scrive. «Ci processano perché abbiamo detto che sono in crescita gli omosessuali. Dove sta l’offesa?».
La risposta di Libero dopo il titolo su pil e gay: «Quella è una notizia»
Senaldi minimizza sull’assurdo collegamento nei titoli tra numero di persone che si dichiarano gay e andamento dell’economia nel nostro Paese. «C’è poco da stare allegri. Calano fatturato e pil ma aumentano i gay», era l’apertura di Libero. L’Arcigay ieri ha protestato per il «tentativo becero di insinuare un legame tra due fenomeni, il calo del Pil e l’aumento della visibilità delle persone lgbti, che evidentemente non hanno alcun rapporto diretto di causa effetto». Gay Center invece ha sottolineato che il titolo «alimenta il clima di odio verso gli omosessuali». Per il direttore di Libero si tratta evidentemente di rilievi che non hanno motivo di essere.
Senaldi dice che non c’è stato nesso diretto. «Nella titolazione non abbiamo legato le due notizie con un rapporto causa-effetto. Abbiamo scattato una fotografia del paese, specificando nel sommario che l’Italia è economicamente a terra e gli omosessuali sono gli unici a non sentire la crisi, tant’è che aumentano», dice. E ancora, prosegue il direttore: «Non piace il titolo? Non comprateci, ma lasciateci in pace. Abbiamo aperto in quel modo solo perché la notizia ci sembrava più interessante di quella a cui la maggioranza degli altri giornali ha deciso di dare la massima rilevanza ieri, ovvero la rinuncia della Germania, in polemica con il ministro Salvini, di inviare una nave in più nel Mediterraneo».
«C’è una campagna mediatica di intimidazione»
Il concetto viene ribadito più volte. «Dobbiamo constatare che c’è gente a cui il nostro titolo non è piaciuto; evidentemente non sono contenti dell’aumento della comunità omo, che invece a noi non fa né caldo né freddo, la riteniamo semplicemente una notizia da dare perché segna un importante mutazione della nostra società». Senaldi cita anche Einstein: «È più facile spezzare un atomo che un pregiudizio». In alcuni passaggi trapela un po’ di vittimismo: «Non vorrei tirarmela, ma denuncio alla Federazione Nazionale della Stampa una campagna mediatica di intimidazione ai danni della nostra testata».
(Immagine di copertina da video di La7)