Come ha risposto Conte alle critiche per il curriculum

23/05/2018 di Redazione

Giuseppe Conte ieri non ha rilasciato dichiarazioni pubbliche. Ma una risposta alle critiche che gli sono piovute addosso per le informazioni imprecise contenute nel suo curriculum vitae è comunque arrivata. Le parole del professore di diritto privato indicato da Luigi Di Maio e Matteo Salvini al Quirinale come premier di un governo M5S-Lega vengono riportate oggi dai principali quotidiani, che citano persone vicine al docente universitario.

La risposta di Conte al caso del curriculum vitae

«Sono molto amareggiato, sto lavorando per difendermi. Sapevo cosa mi aspettava, ma non mollo», è una frase di Conte detta ad un amico e riportata dal Corriere della Sera in un articolo a firma di Marco Galluzzo. Agli amici il giurista avrebbe ammesso qualche «leggerezza». «Ma in ogni caso – avrebbe detto – nessun dolo, di sicuro sono in buona fede e aspetto sempre una chiamata del Quirinale». Il retroscena della Stampa, a firma di Ilario Lombardo, parla di uno sfogo del professore: «Ma come si fa a trattare così una persona… stanno distruggendo la mia rispettabilità…». Ed evidenzia i suoi timori: «Sono preoccupato, la situazione non è per nulla semplice».

«Equivoco», «Non ci sono falsità»

Su Repubblica Liana Milella spiega che Conte ha trascorso una giornata al telefono con i vertici del Movimento 5 Stelle. Ai suoi il professore avrebbe detto. «L’equivoco fondamentale nasce dal fatto che tutti i giuristi, quando fanno ricerche e si aprono all’internazionalizzazione, vanno a studiare per periodi, brevi o lunghi che siano, presso università straniere o centri di ricerca». Poi, sul caso della New York University: «Non solo è vero quello che è scritto nel curriculum, che ‘dal 2008 al 2012 ho soggiornato, ogni estate e per periodi non inferiori a un mese, per perfezionare e aggiornare gli studi’, ma sono stato nella stessa università anche nel 2014». Sulla smentita dell’ateneo americano poi, Conte dice:

«In quegli anni non sono mai stato solo in America, mi raggiungeva sempre la mia famiglia, tant’è che mio figlio ama New York. Quella americana non è affatto una smentita, perché io sono stato lì d’estate, come molti studiosi, per utilizzare il patrimonio librario e gli archivi informatici soprattutto riguardanti la giurisprudenza e la legislazione americane, studiando tutto il giorno nella Library della School of Law. Si tratta di un tipico caso di visiting research, che non viene formalizzato, fermo restando che occorrono le autorizzazioni per entrare alla library, avere la postazione e l’accesso al collegamenti telematici».

Conte è entrato nel merito di ogni contestazione al curriculum, anche quelle riguardanti l’Università di Parigi, la Sorbona, e poi il Girton College, e Cambridge. E ha aggiunto:

«Non ci sono falsità, ma al massimo ci può essere stata qualche svista sulle date anche per la fretta con cui fu presentato nel 2013 per il voto sui componenti del Consiglio di Stato».

(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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