I 4,5 milioni di dollari chiesti dagli hacker all’Università di Pisa

Il dato è stato evidenziato dal ricercatore Dario Fadda: i responsabili di questa richiesta sono stati identificati nel gruppo BlackCat

14/06/2022 di Redazione

Il 16 giugno è un giorno cruciale per Pisa. Non soltanto perché in città tornerà la Luminara di San Ranieri, dopo due anni di assenza a causa del Covid, ma anche perché quel giorno scadrà – stando alle indicazioni pubblicate dal ricercatore Dario Fadda su Cybersecurity360 – il termine ultimo per il pagamento del riscatto da 4,5 milioni di dollari che il gruppo di ransomware ALPHV – che negli ambienti cyber è conosciuto anche come BlackCat – ha chiesto all’Università di Pisa. L’istituzione accademica toscana, infatti, è stata colpita da un attacco hacker nei giorni scorsi e i primi campioni di dati sono già stati pubblicati. L’ammontare totale dei file potrebbe essere di 54Gb complessivi.

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Riscatto università di Pisa: l’ammontare della richiesta

«Your network was compromised» – recita il messaggio che è stato pubblicato su Cybersecurity360 e che è stato diffuso in una chat online accessibile attraverso Tor. Da lì il dettaglio sulla cifra richiesta e sul termine ultimo per pagarla. Da 4,5 milioni di dollari, il riscatto potrebbe passare a 5 milioni di dollari.

La rivendicazione dell’attacco è ormai pubblica, anche se l’università non ha ufficialmente comunicato l’accaduto né tantomeno la strategia messa in piedi per cercare di fronteggiare l’assalto. Stando a quanto riportato dagli hacker di BlackCat, nei files ci sarebbero indicazioni su numeri di telefono, abbonamenti, nome utente, codiceFiscale, altri dati personali sia di studenti, sia di insegnanti dell’ateneo pisano. Sempre all’interno dei suoi messaggi di rivendicazione, la gang di ransomware ha diffuso un messaggio di scherno nei confronti dell’istituzione accademica toscana: «La mafia si addormenta – c’è scritto -, l’Università si sveglia».

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