Ma Raggi e Zingaretti vogliono pulire Roma in 7 giorni o no?

La Regione ha dettato le regole al comune di Roma e ad Ama, mettendo a disposizione anche delle risorse per risolvere il problema dei rifiuti nella Capitale. Secondo Nicola Zingaretti e la sua giunta, la città si può ripulire in sette giorni. Ma Virginia Raggi sembrerebbe essere piuttosto scettica sulla possibilità. Il percorso tracciato, nei fatti, sembra essere condiviso dai due enti, ma nelle parole, invece, i toni sono completamente diversi.

Rifiuti Roma, il cronoprogramma di Zingaretti

Zingaretti detta la linea, con il cronoprogramma della Regione e mettendo a disposizione tutte le discariche del Lazio per ‘ospitare’ i rifiuti di Roma al massimo delle loro possibilità: entro 48 ore, Ama deve pulire e sanificare tutti i luoghi sensibili (ospedali e case di cura, asili e scuole, ristoranti e mercati). Entro 7 giorni Ama dovrà pulire il resto della città aumentando la provvista di cassonetti (di almeno 300 unità in 3 giorni) e incrementando i mezzi per la raccolta dei rifiuti anche con l’ausilio delle ditte appaltatrici.

Raggi non crede a Zingaretti sui rifiuti Roma

Virginia Raggi, invece, pur dichiarandosi possibilista sulla questione e dicendo che i camion della raccolta dei rifiuti sono già partiti per le destinazioni di Viterbo, Civitavecchia, Colleferro, Roccasecca, Frosinone e Pomezia; dall’altro però non risparmia la stoccata al presidente della Regione: «Per il resto – scrive su Facebook – quelle di Zingaretti restano le solite promesse: in sette anni non è riuscito a scrivere il Piano Regionale dei Rifiuti e ora pretende di pulire Roma in sette giorni. Zingaretti sfiora il ridicolo quando dice di ripulire la città in una settimana. La smetta di illudere i cittadini con false promesse. Sia serio».

Insomma, tutti vogliono ripulire Roma, ma nessuno vuole rinunciare a intestarsene il merito. Al momento, quello di Raggi sembra essere un modo per mettere le mani avanti. Chi si è esposto dettando tempi e linee è proprio Zingaretti.

Il bene comune viene dopo i proclami. E speriamo che non si verifichino spiacevoli situazioni di ‘incomprensioni’ tra enti (in seguito a opportunità politiche) sulle spalle dei cittadini della Capitale.

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