Cosa c’è davvero da sapere sulla «sospensione del riconoscimento facciale» di Meta

Sono soltanto alcune parti del programma a essere interrotte, ma nella nota si chiarisce che questa tecnologia, alla lunga, continuerà a essere indispensabile

03/11/2021 di Redazione

C’è stata una nota ufficiale sul nuovo blog di Meta che è stata interpretata come una grande retromarcia di Facebook sul riconoscimento facciale. In realtà, non è proprio così, se si legge tra le righe. Partiamo dal punto che ha consentito l’equivoco e lo ha diffuso su larga scala, ingannando anche alcuni titolisti non proprio attenti: Meta – la società di Facebook, Instagram, WhatsApp e Messenger – ha deciso di bloccare quella tecnologia che permette «alle persone che hanno aderito alla nostra impostazione di riconoscimento facciale di non essere più riconosciute automaticamente nelle foto e nei video». A questo segue una frase più perentoria: «cancelleremo il modello di riconoscimento facciale utilizzato per identificarle».

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Riconoscimento facciale su Facebook, sarà davvero sospeso?

Sono le parole di Jerome Pesenti, vicepresidente con delega all’Artificial Intelligence di Meta, che ha scritto questo lungo post sul blog della compagnia che si è da poco rifatta il look, annunciando come epocale la svolta del team Zuckerberg sul riconoscimento facciale. In realtà, non si tratta di una vera e propria rinuncia: Meta ci sta dicendo che, da questo momento in poi, sospenderà la funzione che permette, in automatico, di riconoscere le persone nelle foto e nei video con l’obiettivo di taggarle in automatico. Allo stesso tempo, se non ci si ferma al primo paragrafo del post nel blog, si scopre che Facebook ritiene fondamentali alcune tecniche di riconoscimento facciale, come quelle che permettono le descrizioni delle immagini per i non vedenti oppure quelle che permettono alle persone di proteggere alcuni dati sensibili, «in privacy e sicurezza» – ci dicono.

«Guardando al futuro – si legge in fatti nella dichiarazione di Meta -, vediamo ancora la tecnologia di riconoscimento facciale come uno strumento potente, ad esempio, per le persone che hanno bisogno di verificare la propria identità o per prevenire frodi e impersonificazione. Riteniamo che il riconoscimento facciale possa aiutare per prodotti come questi con privacy, trasparenza e controllo in atto, quindi sei tu a decidere se e come viene utilizzato il tuo viso. Continueremo a lavorare su queste tecnologie e a coinvolgere esperti esterni».

Nel post non si fa, inoltre, riferimento a che fine abbia fatto la banca dati che Meta ha a disposizione in virtù dello sviluppo della tecnologia precedente che sta dismettendo. L’idea che un progetto come il Metaverso possa procedere senza il riconoscimento facciale, in effetti, sembra abbastanza bizzarra. Al momento, l’aria che tira dalle parti di Menlo Park non è particolarmente favorevole. E allora si gioca in difesa, per ora. Con la possibilità di giocarsi la carta del riconoscimento facciale “etico” magari in un futuro prossimo. La parola fine non è stata ancora scritta.

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