Il servizio di Report sulla Vadolive e la Lega ci riporta indietro alla Prima Repubblica

11/06/2019 di Redazione

Il servizio di Report andato in onda ieri sera è stato in qualche modo ignorato da tutta una parte della stampa italiana. Perché? Il rapporto tra i 49 milioni di euro della Lega rispetto ai 480mila euro di cui si parla nel servizio del programma condotto da Sigfrido Ranucci non c’è e non è paragonabile, eppure l’inchiesta di Report fa luce sui meccanismi dei passaggi di denaro all’interno del Carroccio o, meglio, dei suoi gruppi parlamentari.

Report, perché nessuno si indigna del denaro della Lega

Sotto ai riflettori, in modo particolare, c’è stata la questione del passaggio di 48omila euro alla Vadolive, amministrata da una cognata di uno dei direttori amministrativi dei gruppi parlamentari della Lega. La vicenda fa sorridere perché la società nasce nel maggio 2018, a pochi giorni di distanza dalla formazione degli stessi gruppi parlamentari della Lega dopo le elezioni del 4 marzo. E fa sorridere perché la società Vadolive si sarebbe dovuta occupare di comunicazione sui social network, mentre l’amministratrice della società svolge il lavoro di barista a Clusone, in provincia di Bergamo.

Report è andato nel bar della diretta interessata e ha provato a farle qualche domanda in merito. La donna ha scelto di restare anonima (il suo volto non viene mostrato) e si è trincerata dietro al silenzio. Non ha risposto a nessuna delle domande di Luca Chianca e si è limitata a dire «Io non sono tenuta a rispondere».

Il silenzio di Romeo e di Salvini sul servizio di Report

Stesso silenzio dietro al quale si è trincerato Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato. Proprio dal gruppo del Senato sarebbe partita la cifra di 480mila euro destinata alla società. Insieme a Romeo c’è anche Matteo Salvini che, mentre interviene Alessia Marzi di Report, con un tempismo perfetto risponde al telefono. Romeo resta solo con la giornalista, che gli fa le domande sulla Vadolive. Il capogruppo leghista non risponde: «Stiamo andando a votare lo sblocca cantieri, parliamo di questioni serie che interessano agli italiani».

Poi, il focus continua e si dice che la società interrompe il suo rapporto di lavoro con il gruppo del Senato ma che una parte di questa cifra sarebbe comunque andata nelle casse dello staff della comunicazione di Matteo Salvini guidato da Luca Morisi. La riflessione amara è che in un passaggio di questo tipo non ci sarebbe nulla di illegale, anche se le modalità con cui questo giro è avvenuto non mancano di destare qualche perplessità.

La riflessione di Sigfrido Ranucci, alla fine, è da sottoscrivere: effettivamente, l’Italia si sta affidando a un partito, la nuova Lega di Salvini, che comunque rappresenta una rottura con i vecchi schemi di fare politica. Ma a conti fatti, quello che emerge, è che i trucchi e gli espedienti per portare a termine certe operazioni restano quelli che venivano impiegati un tempo nella Prima Repubblica.

La replica del tesoriere Centemero

«La solita narrativa fatta di omissioni, imprecisioni e pure invenzioni, salvo poi specificare che probabilmente è tutto legale», ha detto il tesoriere della Lega Centemero annunciando una querela nei confronti della trasmissione Report. La procura di Genova, però, starebbe indagando dopo quanto andato in onda su Rai3.

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