Di Battista e i problemi dell’azienda di famiglia: «Se mi provocate, torno ad Arcore»
17/12/2018 di Gianmichele Laino
Non si è fatta attendere la risposta di Alessandro Di Battista, dopo l’inchiesta de Il Giornale che ha evidenziato i problemi dell’azienda di famiglia fondata dal padre Vittorio. La ditta di ceramiche per bagni, di cui lo stesso ex parlamentare del Movimento 5 Stelle è socio, ha alcuni problemi con i pagamenti dei dipendenti e con le tasse. Alessandro Di Battista conferma tutto e si toglie anche qualche sassolino dalla scarpa.
Replica Di Battista, l’attacco a Berlusconi e a Renzi
«Oggi, udite udite – scrive su Facebook -, tramite una visura camerale – una roba pubblica insomma – scopre che la piccola azienda di famiglia (3 dipendenti tra cui mia sorella) ha difficoltà. Chapeau! A questo punto gli consiglio di fare altre decine di migliaia di visure camerali ad altrettante PMI per scoprire la situazione delle piccole imprese italiane».
Nel lungo post, Di Battista associa l’inchiesta de Il Giornale diretto da Alessandro Sallusti a una sorta di piccola vendetta di Silvio Berlusconi (la cui famiglia è proprietaria della testata) nei suoi confronti. «Io sono così calmo e tranquillo ultimamente, ma se provocate mi tocca tornare ad Arcore sotto la villa del vostro padrone. Stavolta però per leggere dei pezzi della sentenza sulla trattativa Stato-Mafia. L’avete voluto voi evidentemente».
Replica Di Battista e la conferma delle difficoltà dell’azienda di famiglia
Di Battista non risparmia critiche neanche nei confronti di Matteo Renzi che, questa mattina, è stato tra i primi a commentare l’inchiesta de Il Giornale sull’azienda Di Battista, la Di.Bi.Tec. che ha sede a Roma. «Caro Matteo – scrive Di Battista senza mezzi termini -, so che ti brucia ancora che uno come me, senza guru della comunicazione, senza TV dalla sua parte, solo con un motorino, ti ha
fatto il “culo” al referendum costituzionale. Cerca però di essere più discreto, così si nota troppo».
Di Battista ha confermato i problemi dell’azienda di famiglia, sostenendo che il padre – nonostante i suoi settant’anni – continua a lavorare come un matto e che la ditta ha effettivamente avuto difficoltà a pagare puntualmente i 3 dipendenti (tra cui la sorella dello stesso Di Battista). Infine, chiude il post su Facebook con un riferimento (non si capisce quanto pertinente) a una lettera di scuse firmata da Silvio Berlusconi per evitare una querela presentata dallo stesso Di Battista a cui, in una trasmissione televisiva, non aveva riconosciuto alcun titolo di studio.
FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI