«Anche la famiglia Renzi pagava in nero». Loro smentiscono e preparano la querela

03/12/2018 di Enzo Boldi

Di padre in padre, di figlio in figlio. Nelle ultime settimane il dibattito politico si è spostato dai temi istituzionali a quelli meramente familiari. E accade così che, dopo l’inchiesta de Le Iene sulla Ardima Srl, azienda della famiglia di Luigi Di Maio, lo scontro tra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico scrive un altro capitolo. E a smuovere il fronte è stato Andrea Santoni, ora chef a Londra ma prima dipendente della Speedy Florence, l’azienda di Tiziano Renzi, padre dell’ex Presidente del Consiglio.

E l’accusa non è proprio delle più banali e sembrerebbe in linea con ciò che avveniva all’interno dell’azienda edile della famiglia Di Maio. «Prendevo i giornali – racconta Andrea Santoni in uno stralcio dell’intervista a La Verità ripresa dal Corriere della Sera -, raggiungevo la mia postazione e li vendevo. A casa facevo i conti e preparavo la busta con il denaro per i Renzi. Matteo prendeva le buste con i nostri nomi, ma non le apriva davanti a noi».

L’accusa: «La famiglia Renzi mi pagava in nero»

Ora Andrea Santoni è emigrato in Inghilterra dove lavora come chef a Londra, ma il suo racconto pone in una posizione difficile la famiglia Renzi: «Io non ho mai firmato alcun contratto e non ho dovuto mai presentare alcun documento. Era tutto in nero». Accuse molto gravi, ma Tiziano Renzi ha spiegato su Facebook di avere tutte le carte in regola e si è detto pronto ad andare in tribunale per dimostrare che non ha mai sfruttato dipendenti «non inquadrati», ma era solito pagarli in contanti.

Il Movimento 5 Stelle passa al contrattacco

Anche Matteo Renzi ha parlato di immediata querela nei confronti del quotidiano diretto da Belpietro e nega ogni addebito e qualsivoglia paragone tra lui, suo padre e la famiglia Di Maio. Nel frattempo, il Movimento 5 Stelle alza gli scudi accusando l’ex segretario del Partito Democratico di aver gettato fango per giorni sul loro leader nascondendo gli scheletri del proprio armadio.

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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