La bufala della Regina Elisabetta che si sta curando con l’ivermectina

Sui social impazza questa assurda teoria che prende spunto da un servizio di un tg australiano in cui, in realtà, non si parla di quel prodotto mai autorizzato come trattamento anti-Covid. Neanche in Australia

22/02/2022 di Enzo Boldi

Notizie che non esistono e che nascono dal fermo immagine di un servizio andato in onda in un telegiornale australiano che non indicano assolutamente nulla. Perché, fermandosi alla mera apparenza, la teoria che sta circolando sui social da alcuni giorni sulla presunta terapia che sta seguendo la Regina Elisabetta, positiva al Sars-CoV-2, a base di ivermectina (farmaco non autorizzato per questo scopo, neanche in Australia) sembrerebbe esser stata ufficializzata a mezzo stampa.

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Come detto, questa narrazione nasce da un video australiano che è stato condiviso migliaia di volte sui social a suggello della tesi che la Regina Elisabetta sia stata curata (o sia in cura) anche con l’ivermectina.

Da cosa nasce questa teoria? La sintesi è in quel messaggio: «Premete pausa al 19esimo secondo di quel filmato». E lì, in quel frame, appare in primo piano una confezione di “Stromectol“, un farmaco a base di ivermectina. Ma siamo proprio sicuri che si stia parlando della terapia che sta seguendo la Regina Elisabetta? La risposta è no.

Regina Elisabetta ivermectina, la bufala sulla cura

Innanzitutto, come si vede in quel frame, sulla scatola di Stromectol appare la sigla: “AUSTR R 181338“. Si tratta dell’etichetta che viene “stampata” sulle confezioni dei medicinali autorizzati in Australia. Ma, come accade per moltissimi altri Paesi al mondo, l’ivermectina – il principio attivo del suddetto medicinale – è autorizzata ma a scopo veterinario (viene utilizzato per la sverminazione degli animali, in particolare mucche e cavalli). E, come spiega Bufale.net, non ha ottenuto l’autorizzazione a cura anti-Covid né nel Regno Unito né in Australia: «La Task Force per i Risultati dei Test Clinici non raccomanda l’uso dell’Ivermectina, doxiciclina o zinco se non al di fuori di test clinici con l’approvazione di un comitato etico».

Prendere per buono un frame, decontestualizzarlo – anche perché nel servizio non si fa alcun riferimento (neanche nelle parole del medico australiano intervistato) a Regina Elisabetta ivermectina – e pubblicarlo per portare avanti una teoria già smentita da mesi (da tutte le autorità sanitarie di tutti i Paesi del mondo), è la classico modo operandi per dare vita a una bufala. E le bufale sì, vista la loro natura, possono essere trattate con ivermerctina.

(Foto IPP/picture alliance / Photoshot)

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