Per Libero, Carola Rackete senza reggiseno in procura è un caso
20/07/2019 di Redazione
La notizia di ieri è che Carola Rackete, dopo l’interrogatorio della Procura di Agrigento, è stata lasciata libera di tornare in Germania. E per lei deve essere stato davvero un toccasana, dal momento che avrà la possibilità di non leggere articoli come quello pubblicato dal sito di Libero – quotidiano diretto da Pietro Senaldi – che si contraddistingue come sempre nella descrizione di fatti e aneddoti che riguardano le ong e le tematiche dell’accoglienza e dell’immigrazione clandestina. Ieri, infatti, per dare la notizia dell’interrogatorio di Carola Rackete presso la procura di Agrigento, Libero si è soffermato su un dettaglio particolare.
Reggiseno Carola Rackete, la polemica di Libero
Il titolo che propone l’edizione online della testata è questo: «Sea Watch, Carola Rackete senza reggiseno in Procura: sfrontatezza senza limiti, il dettaglio sfuggito a molti». Si tratta del canonico stile del sito web, che tratta la notizia in maniera rapida, in modo tale da suscitare il dibattito sui social network, con gli utenti liberi di cliccare per capire quale fosse questo dettaglio così scabroso.
Reggiseno Carola Rackete, i commenti
Alla fine dell’articolo – che descrive semplicemente l’outfit indossato da Carola Rackete, arrivata in procura con una maglietta nera – Libero dà spazio anche ai commenti degli utenti e dei lettori. Ovviamente, una volta fatta scattare la molla, l’arrivo di frasi offensive sul sito non tarda: «Chi è quello con i baffi?» – scrive un lettore, mentre un altro sottolinea: «Scusate e a che cosa sarebbe dovuto servire il reggiseno? A tener su i brufoli?».
Questi sono quelli più ‘edulcorati’. Ci sono altri utenti che fanno illazioni sull’orientamento sessuale di Carola Rackete, capitana della Sea Watch che ha salvato circa 50 vite in mare con la nave della ong tedesca e che ha dovuto subire anche il fermo in virtù della sua manovra di ingresso nel porto di Lampedusa. Oppure, ci sono degli haters che si scagliano contro di lei per il suo aspetto fisico o per la presunta mancanza di rispetto che il suo abbigliamento avrebbe denotato nei confronti della procura.