I dipendenti Atac diventano scrutatori del referendum che vogliono boicottare

06/11/2018 di Enzo Boldi

Domenica 11 novembre i cittadini romani sono chiamati alle urne per un referendum consultivo sul futuro dell’Atac. Se vincesse il si aprirebbero le porte – anche se si tratta solamente di un parere espresso dagli elettori, poi sarà onore e onere dell’amministrazione decidere cosa fare – di un bando per la concessione del servizio di trasporto pubblico; in caso di successo del no (o di non raggiungimento del quorum del 33% degli aventi diritto al voto) tutto resterebbe così com’è ora. A decidere, forse, il destino dell’azienda dei trasporti romana sarà il voto dei cittadini, ma a scrutare le loro schede saranno (in buona parte) i dipendenti dell’Atac stessa.

Il Messaggero racconta come siano state oltre 700 le candidature ai posti da scrutatori – e di rappresentanti nei seggi elettorali – pervenute da parte dei dipendenti dell’Atac stessa. Proprio quei dipendenti che – per voce delle sigle sindacali di settore che li rappresentano – vogliono boicottare questo referendum, appoggiando le mozioni del no. Una cosa che spesso e volentieri accade anche nelle elezioni politiche, ma in questo caso si tratta di una consultazione popolare specifica, su un tema definito e che riguarda il futuro dell’azienda stessa.

Referendum Atac, 700 scrutatori saranno dipendenti dell’azienda di trasporti

Non è una novità che i dipendenti della partecipata romana del trasporto pubblico facciano richiesta di partecipare al voto in forma attiva in qualità di scrutatori o presidenti di seggio. Solo nelle ultime Politiche del 4 marzo scorso, 800 tra autisti di bus e macchinisti di tram e metropolitane sono stati selezionati per ricoprire quei ruoli delicati nelle fasi di volo. Una consuetudine che, però, appare inopportuna dal momento che, per fare un’estrema sintesi, un dipendente Atac deciderà se validare o annullare un voto che potrebbe compromettere il proprio futuro.

Domenica il voto dei cittadini romani

Ci si mette la mano sul fuoco sulla regolarità di questa consultazione e sul comportamento onesto e civile di questi dipendenti, però resta difficoltoso pensare anche il contrario. Nel frattempo, i cittadini romani – con altissima probabilità – entrando nei propri seggi elettorali, si troveranno di fronte un dipendente Atac e il loro voto sul loro futuro sarà scrutinato proprio da lui.

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