Il reddito di cittadinanza è un pasticcio per la privacy: il Garante chiede spiegazioni in Senato

08/02/2019 di Redazione

Non solo il sito, anche la sostanza della norma che andrà a disciplinare il reddito di cittadinanza ha problemi con la privacy. Se il portale lanciato qualche giorno fa da Luigi Di Maio si dimostrava vulnerabile sia dal punto di vista del rispetto del GDPR, sia dal punto di vista della scarsa trasparenza dei dati affidati (a causa dell’utilizzo di un Font) a Google, ora sono proprio alcuni aspetti della natura del reddito di cittadinanza a far discutere. Il garante della Privacy Antonello Soro ha già presentato una memoria alla Commissione Lavoro del Senato, consultabile anche sul sito web dell’Autorità.

Il Garante della Privacy solleva perplessità sul reddito di cittadinanza

Secondo Luigi Di Maio, i soldi del reddito di cittadinanza devono essere assolutamente spesi entro il mese e non possono essere impiegati per fare acquisti che sono stati definiti «immorali», ovvero il gioco d’azzardo e altre categorie che andranno specificate più avanti. Ma come si fa a tracciare queste spese? I centri per l’impiego che si occuperanno della corretta applicazione delle misure sul reddito di cittadinanza, infatti, potrebbero avere bisogno di un accesso ai conti corrente dei cittadini interessati, all’elenco delle loro spese. A dati sensibili, insomma. Che non possono essere ceduti così, a cuor leggero.

Nel mirino, il controllo delle spese e il reddito Isee dei cittadini

I destinatari del reddito di cittadinanza, infatti, potrebbero dover utilizzare questi soldi per il proprio stato di salute, che possono denotare eventuali condizioni di disagio, in particolare sotto il profilo economico, familiare o sociale. Il Garante ha fatto emergere che, non essendo stato chiesto il parere all’autorità, non c’è stata la possibilità di mettere in risalto eventuali problemi legati alla violazione di dati sensibili, come nel caso fino a questo momento evidenziato.

Ma c’è di più. Dal momento che saranno i centri per l’impiego a individuare le persone a cui destinare il reddito di cittadinanza sulla base dell’Isee, è naturale che dovranno aver accesso anche ai dati di tutte persone terze che non hanno diritto a questa misura, per effettuare una analisi comparativa. Il Garante rileva che, al momento, i centri non sono attrezzati per realizzare queste analisi in condizioni di sicurezza, utilizzando sistemi informatici che possono essere facilmente oggetto di attacchi informatici.

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