Di Maio spiega che i soldi del reddito di cittadinanza non potranno esser messi da parte

16/01/2019 di Enzo Boldi

Più cicale e meno formiche. La platea dei 5 milioni di italiani che dovrebbero usufruire del reddito di cittadinanza – non appesa sarà scritto il decreto attuativo su quanto già predisposto dal testo della Manovra 2019 – non avrà l’opportunità di mettere i soldi da parte. L’assegno – o per meglio dire, l’accredito sulla famosa card – dovrà essere interamente speso nel corso del mese in cui viene consegnato a chi ha i requisiti, senza quindi poter pensare di metter da parte una parte di quel sussidio per i mesi successivi.

L’annuncio è stato dato, in sordina, dallo stesso ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio nel corso della sua ospitata a Di Martedì, in onda su La7. «Con il reddito di cittadinanza, chi non ha niente adesso avrà almeno 780 euro da spendere entro il mese in cui li prende – spiega il vicepremier M5S -. Questo vuol dire che spenderanno quella cifra nelle piccole imprese e nei piccoli esercizi commerciali, creando nuovi posti di lavoro».

Il reddito di cittadinanza andrà speso entro la fine del mese

Nessuna possibilità, quindi, di metter da parte quella parte di soldi che qualcuno – forse – pensava preventivamente di mettere da parte per il futuro. Entro la fine del mese in cui si è ricevuto il reddito di cittadinanza, si dovranno spendere tutti i soldi presenti sulla famosa tessera bancomat su cui verrà elargito il sussidio. Alla scadenza dei 30/31 giorni, seguendo la logica indicata da Luigi Di Maio, il saldo sarà azzerato e si procederà nuovamente con il nuovo accredito.

Più cicale e meno formiche

Non ci sarà dunque alcuna opportunità di integrare questi 780 euro – anche meno, per chi avrà dei requisiti inferiori rispetto a quelli imposti per ottenere la cifra massima – con i risparmi dei mesi precedenti. Tutti quei soldi andranno spesi, per forza. Altrimenti rientreranno nelle casse dello Stato. Il tutto per far girare l’economia. La mossa, più che da grillino, sembra essere da cicala.

(foto di copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)

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