La Lega applica il metodo della mensa di Lodi al reddito di cittadinanza per limitare l’accesso ai migranti

I migranti residenti in Italia in maniera regolare da almeno 10 anni non potranno avere accesso al reddito di cittadinanza se non faranno prima bollinare dal consolato del proprio Paese di nascita dei documenti specifici, che dovranno successivamente essere tradotti in italiano. È il modello Lodi applicato al reddito di cittadinanza. La proposta è stata fatta in commissione Lavoro dai parlamentari della Lega e l’emendamento è stato approvato, pronto per entrare in aula. Il decretone che contiene le norme per il reddito di cittadinanza e per quota 100, infatti, dovrà essere convertito in legge entro la fine del prossimo mese di marzo.

Reddito di cittadinanza, l’emendamento della Lega sul modello Lodi

I documenti necessari sono quelli patrimoniali e anagrafici e devono essere obbligatoriamente tradotti in italiano. Un’operazione non semplice, che ha già creato tanti problemi in diversi comuni italiani. Specialmente a Lodi, dove alle famiglie dei bambini migranti sono state costrette a non poter iscrivere i propri figli alla mensa scolastica perché ottenere quei documenti patrimoniali sarebbe stato impossibile. Un provvedimento simile era stato preso in Veneto, dove ad alcuni ragazzini figli di migranti era stato negato il bonus per l’accesso agevolato ai testi scolastici.

Quanti sono gli stranieri che avranno diritto al reddito di cittadinanza

L’obiettivo dell’emendamento, che adesso dovrà superare l’esame del Parlamento, è quello di rendere più complesso l’accesso al reddito di cittadinanza per i migranti. Secondo alcune stime, infatti, il 10% della platea che avrà diritto al reddito di cittadinanza è composta da stranieri (280mila su 2,7 milioni di aventi diritto).

L’emendamento, tuttavia, solleva forti perplessità sulla sua natura costituzionale, rappresentando un ostacolo al conseguimento di determinati diritti da parte di una minoranza. Già la decisione sulla mensa di Lodi era stata contestata dai giudici, a maggior ragione dovrebbe esserlo un provvedimento che punta, attraverso un espediente, a ridurre la platea degli aventi diritto alla misura bandiera del Movimento 5 Stelle.

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