Il reddito di cittadinanza arriverà a marzo, cosa sappiamo finora
23/12/2018 di Redazione
Il reddito di cittadinanza arriverà a marzo, ma non abbiamo ancora tutte le informazioni sul beneficio che dovrebbe dare un sostegno a chi è senza lavoro e vive sotto la soglia di povertà. È quanto emerge dopo l’approvazione della legge di Bilancio al Senato (l’arrivo in Aula alla Camera è previsto per mercoledì 28 dicembre) dalle dichiarazioni di ministri e leader politici. Il vero timore del provvedimento, principale promessa elettorale del Movimento 5 Stelle, è legato alla platea che avrà diritto all’assegno. Ci sono ancora 600mila/700mila persone a ballare su 5 milioni di possibili beneficiari e nessuno tra i pentastellati è disposto a dare indicazioni nette. Unica vera certezza che arriva dalla manovra economica è la cifra stanziata: precisamente 7,1 miliardi di euro per il 2019. Non pochi, ma nemmeno tanti se di considera che per anni durante le loro campagne per il reddito di cittadinanza, a partire dal ddl della passata legislatura, Luigi Di Maio e soci avevano indicato un costo di oltre 15 miliardi di euro, e se si considera – inoltre – che sono stati tagliati quasi 2 miliardi dai 9 indicati nella prima bozza della legge.
Di Maio: il reddito di cittadinanza arriva a marzo
La manovra indica i soldi. Ma a dire tutto il resto sarà il decreto del governo che, così come quello per la modifica della legge Fornero con la quota 100, arriverà il prossimo anno. «A inizio gennaio», dice il governo. «Da marzo – ha chiarito oggi Di Maio in una diretta Facebook – parte il reddito di cittadinanza, da febbraio-marzo parte quota 100, da febbraio-marzo partiranno le pensioni minime, pensioni di cittadinanza, e le pensioni di invalidità che si alzano a 780 euro. Queste sono le cose che ci devono rendere orgogliosi». E poi: «Ancora una volta si parla di limature al reddito di cittadinanza che non partirà nei tempi previsti: ditelo a tutti ma soprattutto a quelli che sostengono che non partirà, perché lo sperano. Ma il reddito partirà a marzo: ieri ho fatto una lunga riunione con i tecnici del mio ministero che stanno seguendo questa riforma importantissima ed è andata benissimo».
Che i lavori siano ancora in corso lo dimostrano anche le parole di Riccardo Molinari, capogruppo leghista alla Camera, che in un’intervista alla Stampa ha affermato: «Come Lega lavoriamo perché sia fatto sul modello del reddito di autonomia della Lombardia, cioè una politica attiva del lavoro. Non puramente assistenziale».
Cosa sappiamo finora
In ogni caso le ultime notizie sul reddito di cittadinanza indicavano tra i requisiti principali un Isee, l’Indicatore della situazione economica equivalente, inferiore ai 9mila euro, con possibili limiti per chi ha un conto in banca pesante. Non dovrebbe usufruire del beneficio chi possiede una seconda casa o un’auto di recente immatricolazione. Inoltre, dovrebbe essere previsto un abbassamento a circa 500 euro per chi vive in un’abitazione di sua proprietà. Il reddito di cittadinanza dovrebbe essere erogato per un periodo limitato, forse 18 mesi, durante i quali bisognerà seguire un percorso di formazione presso i centri per l’impiego e partecipare (per 8 ore settimanali) a lavori socialmente utili o progetti organizzati dal Comune. I centri per l’impiego, nel frattempo, dovranno essere riformati. Sempre con i 7,1 miliardi stanziati.
L’importo dell’assegno quasi certamente non potrà essere speso in contanti ma sarà caricato su una carta, una sorta di social card, e quindi spendibile per via elettronica. Con la scheda non potranno essere acquistati tutti i beni. Probabilmente solo i beni di prima necessità. Certamente non sarà possibile acquistare costosi prodotti di elettronica.
In caso di più offerte di lavoro rifiutate, su indicazione del centro per l’impiego, si perderà il diritto al reddito di cittadinanza. A chiederlo possono essere ovviamente tutti i cittadini maggiorenni disoccupati.
(Foto di copertina da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI)