Il reddito di cittadinanza ‘abolirà’ la povertà? I conti: non andrà a 6,5 milioni di italiani

29/09/2018 di Redazione

Il vicepremier Luigi Di Maio ama ripetere che il reddito di cittadinanza, la principale promessa elettorale del suo Movimento 5 Stelle, sarà capace di «abolire» la povertà in Italia. Secondo il ministro di Lavoro e Sviluppo Economico l’assegno da 780 euro al mese per chi è disoccupato e accetta di seguire un percorso di formazione con i Centri per l’impiego dovrebbe migliorare le condizioni di vita di 6,5 milioni di italiani. In realtà i numeri dicono altro.

 

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I conti sul reddito di cittadinanza: assegno da 780 euro solo a un terzo dei poveri

Una stima pubblicata oggi dal quotidiano La Repubblica (articolo di Valentina Conte) ricorda che il governo con la manovra finanziaria che sarà presentata ad ottobre, e nella nota di aggiornamento al Def che la anticipa, intende spendere per il reddito di cittadinanza, che sarebbe meglio definire ‘reddito minimo condizionato alla ricerca di un lavoro’, e la pensione di cittadinanza 10 miliardi di euro. Ma una simile cifra è insufficiente per destinare 9.360 euro all’anno ad un’ampia platea di disoccupati che vivono sotto la soglia di povertà. Il calcolo è estremamente semplice: con l’intera somma ai 6,5 milioni di persone indicati da Di Maio, ogni beneficiario potrebbe ricevere solo 128 euro mensili. E gli stessi 10 miliardi basterebbero per versare 780 euro mensili solo a 2,5 milioni di italiani, precisamente al 38% della platea indicata dal leader M5S.

 

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La platea di possibili beneficiari si è già molto ristretta dal 2013, anno della presentazione in Parlamento del ddl per l’introduzione dell’assegno. Inizialmente Il M5S immaginava di destinare il reddito di cittadinanza anche alle persone in povertà relativa, complessivamente a 9,4 milioni di residenti, oltre il 15% della popolazione. Molti nodi restano da sciogliere. Non è chiaro se i 10 miliardi saranno tutti destinati al reddito, visto che sono sempre stati indicati 2 miliardi da spendere per la necessaria riforma dei Centri per l’impiego (si potrebbe quindi a scendere anche a quota 8 miliardi), e non si conosce come verranno divise le risorse tra pensione di cittadinanza e reddito di cittadinanza.

La replica di Di Maio: «Fake news»

Dopo la pubblicazione dei conti non è tardata ad arrivare una replica di Di Maio. Il vicepremier ha affermato: «Ho visto questi conti che erano sul solito quotidiano che rilancia fake news. Quel numero di 128 euro risulta da una divisione aritmetica ma non è che tutti partono da reddito zero, c’è un’integrazione. I 780 euro significa che nessuno potrò guadagnare o avere una pensione minima inferiore a 780 euro». E ancora: «A questo – ha proseguito il capo politico M5S – va aggiunto che la misura per 6,5 milioni di persone sarà ristretta alla sola platea italiana».

(Ultimo aggiornamento alle 14.50 del 29 settembre 2019. Foto di copertina da archivio Ansa: Di Maio mentre mostra una scheda sulle coperture del reddito di cittadinanza durante la trasmissione televisiva Porta a Porta in onda su Rai Uno, il 23 gennaio 2018. Credit immagine: ANSA / RICCARDO ANTIMIANI)

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