Feltrinelli e la pagina di promozione di Chiara Gamberale con le recensioni degli utenti dei social

La scelta è stata sottolineata, con ampia riflessione, da Alessandro Trocino sulla newsletter del Corriere della Sera. A cosa servono i critici se ci sono i followers?

22/12/2021 di Gianmichele Laino

Non recensioni, ma like e stelline. È stata questa la scelta promozionale con cui la casa editrice Feltrinelli ha deciso di presentare anche al pubblico dei giornali cartacei l’ultimo romanzo di Chiara Gamberale, Il grembo paterno. Un tempo, sulle fascette dei libri – così come nelle pagine promozionali acquistate per la sacrosanta promozione – si inserivano commenti di critici rinomati che, a loro volta, scrivevano articoli su testate prestigiose. Valeva molto un commento di una recensione scritta sul New York Times o – per restare in Italia – nelle pagine culturali de L’Espresso. Oggi, si è scelto di dare importanza ai commenti di lettori, più o meno anonimi, sui social network.

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Recensioni social Feltrinelli, il tema dei commenti positivi ma “anonimi”

Il tema è stato sollevato da Alessandro Trocino sulla newsletter del Corriere della Sera e – successivamente – anche attraverso il proprio account Facebook. L’attenzione è sulle 14 recensioni individuate da Feltrinelli come le migliori per promuovere il romanzo di Chiara Gamberale, che non è certo una debuttante e a cui di certo non mancano recensioni d’autore. Perché, dunque, affidarsi ancora una volta ai commenti sui social network per promuovere un libro? Perché affidare il lettore al commento di un altro lettore, che magari lo ha scritto di getto, senza pensarci più di tanto e senza avere – nella maggior parte dei casi – nozioni o esperienza di critica letteraria? Non si tratta dell’ennesimo passaggio verso la normalizzazione del commento dei Giuseppe, delle Valentina, delle Cristina, a cui non si può attribuire un cognome e nemmeno un volto, figurarsi un background culturale?

In verità, i commenti riportati non sono stati “inventati” (la tentazione potrebbe essere forte in un format pubblicitario del genere), ma corrispondono effettivamente a delle mini-recensioni che sono state rilasciate dai lettori sulle pagine di Amazon, di Facebook o di Instagram dell’editore Feltrinelli. Ma se ci appelliamo alla “democrazia delle opinioni” che vige sui social network, allora dovremmo essere allo stesso modo onesti nel riportare i commenti negativi, che pure non mancano e che sono stati evidenziati dallo stesso Trocino nel suo articolo per la newsletter del Corriere.

Altrimenti, è l’ennesimo modo di filtrare i social network: farceli sembrare un terreno della concordia e delle meraviglie; mentre, in realtà, è proprio nei commenti che si annidano gli haters, la superficialità, talvolta l’aggressività.

UPDATE 23 dicembre con aggiunta del commento di Giangiacomo Feltrinelli Editore: 

In seguito al dibattito partito dall’articolo di Trocino e dal suo post su Facebook, è arrivata la risposta di Giangiacomo Feltrinelli editore che ha scritto: «Nella pubblicità, gli editori valorizzano sia i giudizi critici sia i pareri dei lettori, ugualmente fondamentali. Per il libro di Chiara Gamberale abbiamo fatto entrambe le cose, in due momenti distinti proprio per non generare confusione. Probabilmente, non hai visto l’altra pubblicità che alleghiamo».

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