La prova di Vespa di fronte all’ambasciatore russo Razov

Categorie: Mass Media

A differenza di altre interviste a rappresentanti istituzionali russi, in quella di Bruno Vespa c'è stato il tentativo di fare delle domande

«La sua domanda è così buona che rischierei di rovinarla con la mia risposta». «Non dite di essere ottimista, altrimenti potrebbero accusarvi di non saper leggere». «Non mi è molto chiara la sua argomentazione rispetto a quello che abbiamo fatto in Bielorussia». Sono alcuni colpi di fioretto che l’ambasciatore Razov ha provato a infilare alla poltrona di Bruno Vespa. Ma il giornalista italiano, a sua volta, ha provato a resistere alle parole del rappresentante dello stato russo in Italia. Qualcuno si chiedeva se ci fossero i presupposti, per la Rai, di ospitare una intervista esclusiva (e senza altri ospiti) all’ambasciatore russo Sergey Razov. Troppo forte era il rischio di appiattirsi su quello che era successo al giornalista di Rete 4 Brindisi, che aveva ospitato in trasmissione il ministro russo Lavrov. O ancora di emulare la diretta di Massimo Giletti da Mosca. Eppure, Bruno Vespa ha dato prova discreta di contraddittorio, ribattendo bene alle osservazioni – sempre sul filo della propaganda – portate avanti dall’ambasciatore.



LEGGI ANCHE > L’ambasciatore russo Sergey Razov contro la stampa italiana: ma rientra nella diplomazia?

Razov da Vespa, la prova dell’intervista all’ambasciatore in Rai

Bruno Vespa ha parlato di invasione dell’Ucraina, laddove Razov insisteva sull’autodeterminazione delle aree sottoposte a referendum. Il giornalista Rai ha rilanciato sui bombardamenti a Kiev, mentre l’ambasciatore continuava a insistere sull’operazione speciale nelle aree di confine. Vespa ha parlato apertamente della contraddizione sul possibile utilizzo dell’atomica, quando Razov ha detto che questa sarebbe stata utilizzata soltanto in caso di attacco al territorio russo: il giornalista Rai ha chiesto al diplomatico se lui considera territorio russo anche le aree appena strappate con la forza in Ucraina.



A Porta a Porta, non c’è stato un terreno accondiscendente nei confronti dell’ambasciatore, nonostante le ampie rassicurazioni che sicuramente erano state date dalla produzione al diplomatico per averlo in trasmissione. E anche sui social network, nonostante qualche voce critica, complessivamente il ruolo di contraltare di Vespa alle affermazioni di Razov è stato del tutto riconosciuto.

La domanda da farsi, in questi casi, non è se è necessario invitare un rappresentante dello stato russo in una trasmissione giornalistica italiana. La domanda è se lo si invita per intervistarlo o per fargli fare un monologo. La controparte deve essere ascoltata, anche se in maniera critica. L’intervista di Bruno Vespa rientra in questa fattispecie.