Ragazzo down ucciso dalla polizia in Svezia perché aveva con sé una pistola giocattolo

03/08/2018 di Redazione

La disperazione si legge negli occhi di Katarina Söderberg, mamma di Eric Torell, il ragazzo down ucciso dalla polizia in Svezia. «Si vedeva da lontano che era innocuo – ha affermato -, come si fa a commettere un errore del genere». E la polizia del Paese scandinavo, questa volta, è nel mirino per un episodio gravissimo. Le forze dell’ordine hanno sparato contro il ragazzo, uccidendolo: il tutto perché aveva con sé una pistola giocattolo.

Ragazzo down Svezia, ecco com’è andata

Eric Torell aveva 20 anni. Era affetto dalla sindrome di down e da una forma di autismo. Molto presto, alle 4 di mattina, si era allontanato da casa, situata a Vasastan, un quartiere di Stoccolma. Con sé aveva una pistola giocattolo. La polizia è stata avvertita, negli auricolari delle forze dell’ordine è arrivata la segnalazione di un uomo armato in una situazione di potenziale pericolo.

Per questo, quando si sono precipitati nell’area percorsa da Eric e quando hanno constatato il suo rifiuto a lasciare a terra quella che poi si è rivelata essere un’arma giocattolo, lo hanno colpito. Il giovane ventenne è stato portato in ospedale, ma è morto qualche ora dopo a causa delle ferite riportate. Una tragedia che sta facendo discutere l’opinione pubblica svedese.

Ragazzo down Svezia, la disperazione della madre

«Era la persona più gentile del mondo – ha detto la madre in una situazione di shock, le sue parole riportate dalla Bbc -, non avrebbe mai fatto male neanche a una mosca». La donna ha affermato di aver telefonato più volte al proprio figlio, ma di non aver ricevuto mai risposta. Al momento, in Svezia, si parla di una possibile inchiesta interna alle forze dell’ordine per accertare eventuali responsabilità.

[Polizia svedese FOTO di repertorio: (Credit Image: © SÄNnÅS Per-Olof/Aftonbladet/IBL via ZUMA Wire)]

Share this article