Thailandia, i 12 ragazzi nella grotta sono stati trovati vivi
02/07/2018 di Gianmichele Laino
Quello che a molti sembrava il preambolo inevitabile di una tragedia, si è trasformato all’improvviso in una possibile storia dal lieto fine. In Thailandia, infatti, sono stati trovati vivi e in buone condizioni i 12 ragazzini-calciatori dispersi con il loro allenatore in una grotta. Era il 23 giugno quando la compagnia si è smarrita nei meandri delle grotte thailandesi. A dare l’annuncio è stato Narongsak Osatanakorn, il governatore della provincia di Chiang Rai, che dirige le operazioni di soccorso.
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Ragazzi Thailandia trovati vivi, le lunghe operazioni di soccorso
Nei giorni scorsi, i soccorsi avevano per forza di cose accelerato: la situazione, infatti, è sembrata sin da subito molto grave, con la necessità di arrivare immediatamente al luogo dove i ragazzini – insieme al loro allenatore – erano spariti. I soccorsi avevano esaminato la possibilità di trovare ancora in vita le persone coinvolte nell’incidente, tuttavia occorreva raggiungere il fondo della grotta al più presto, vista la penuria delle provviste e le scarse possibilità di approvvigionamento di ossigeno.
Otto giorni dopo la loro scomparsa, si apre il barlume di speranza che tutti cercavano. Le ricerche erano state ostacolate, in questi giorni, dalle forti piogge. I 12 ragazzi di età compresa tra gli 11 e i 16 anni e il loro allenatore di 25 anni, sono entrati nella grotta di Tham Luang, vicino al confine con la Birmania e il Laos, dopo il loro allenamento calcistico e sono rimasti intrappolati nelle asperità del luogo.
Ragazzi Thailandia trovati vivi, le speranze dei soccorritori
In questi giorni sono stati inviati degli aiuti alimentari ai ragazzini, calandoli con delle funi. Qualche ora fa, invece, è arrivata la conferma del fatto che i 13 dispersi sono ancora vivi e che, quindi, potrebbero esserci delle ottime possibilità di riportarli in superficie.
Il gruppo di calciatori è stato trovato a 400 metri dalla cavità di Pattaya Beach” rimasta asciutta durante le inondazioni. I soccorritori avevano da giorni identificato l’area come l’unica possibile via di salvezza per i dispersi, di cui non si avevano notizia da ormai nove giorni.