L’universo parallelo in cui Salvini dice che i 300mila pensionati di quota 100 sono stati sostituiti da altrettanti nuovi lavoratori
17/06/2020 di Gianmichele Laino
Matteo Salvini, nella giornata di oggi, è tornato a parlare di quota 100, una misura di anticipo pensionistico rispetto alla Legge Fornero valido per tre anni, a partire da quando il leader della Lega faceva parte del governo Conte 1. Le stime di questa misura, inizialmente, evidenziavano 300mila pensionamenti anticipati, che avrebbero innescato un cospicuo turn-over creando posti di lavoro. Salvini sembra essere ancora convinto di questa misura, dichiarando questa mattina a Radio Anch’io: «Non è una zavorra per il debito, è l’esatto contrario. Quota 100 ha dato possibilità a 300mila italiani di andare in pensione e ad altrettanti giovani di iniziare a lavorare».
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Quota 100 e gli «altrettanti nuovi lavoratori» che hanno sostituito i pensionamenti anticipati
#Salvini: #Quota100 zavorra per Debito? No, è l’esatto contrario. #Quota100 ha dato possibilità a 300mila italiani di andare in pensione e ad altrettanti giovani di iniziare a lavorare. Con #FlatTax per p.Iva fino a 65mila euro sono strumenti di cui vado orgoglioso. #radioanchio
— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) June 17, 2020
In realtà, i dati annunciati da Matteo Salvini sono ancora quelli previsionali, mentre in concreto l’evoluzione della misura mostra un andamento diverso. Non tanto nel numero dei prepensionamenti con quota 100, quanto nei nuovi posti di lavoro creati. Alla fine del 2019, infatti, si sono registrate 200mila nuove uscite dal mondo del lavoro. Tutto sommato, quindi, questo elemento sarebbe in linea con la previsione iniziale della misura.
Quota 100 e quel rapporti 1:1 con i nuovi lavoratori che è un miraggio
Quel che manca è il rapporto 1:1 tra l’uscita anticipata dal mondo del lavoro e le nuove assunzioni, soprattutto per i giovani. Secondo la Fondazione studi dei consulenti del lavoro il tasso di turnover complessivo dovrebbe essere pari al 37%. Insomma, non siamo nemmeno alla metà di nuove posizioni lavorative create dalla misura previdenziale che ha sospeso per tre anni (ma, dopo il 2021, verosimilmente si tornerà indietro) la Legge Fornero.
Se si aggiunge la particolare congiuntura economica in cui ci troviamo – con posti di lavoro che quasi “naturalmente” si perdono – ecco che l’incidenza di quota 100 sul debito pubblico tenderà ad aumentare. Pertanto, non è corretto sottolineare che la misura ha dato posti di lavoro per altrettanti giovani rispetto ai nuovi pensionati. Soprattutto nel settore della Pubblica Amministrazione – dove quota 100 ha avuto maggiore presa – i pensionamenti non hanno sortito l’effetto atteso.