Il Quirinale colto dallo «stupore»: Sergio Mattarella sconcertato dopo la proposta di Matteo Salvini

Categorie: Rassegna stampa

Il Presidente della Repubblica avrebbe seguito con una certa sorpresa l'intervento del leader leghista che ha ignorato la Costituzione

Troppo assurdo per essere vero. Matteo Salvini dice di sì al taglio dei parlamentari a patto che poi si vada a votare subito, prefigurando un iter assolutamente incostituzionale. Glielo spiega persino Luigi Di Maio che così andrebbe contro la Costituzione, citata anche dallo stesso leghista. Possibile che un politico, leader di un partito al governo, ministro dell’interno e vicepremier compia un tale scivolone? Fatto sta che, secondo fonti vicine al Quirinale, Sergio Mattarella si sarebbe detto «sorpreso» del mutamento delle carte in tavola da parte del Carroccio. Che tradotto dal quirinalese all’italiano, significa che è molto arrabbiato.



Il Quirinale colto dallo «stupore»: Sergio Mattarella sconcertato dopo la proposta di Matteo Salvini

Dichiarazioni ufficiali ancora non ce ne sono, ma le fonti vicine al Quirinale di diversi giornali usano tutte la stessa parole: «Stupore». Che però suona come “indignazione”. Matteo Salvini in aula del Senato ha citato la Costituzione, l’articolo 4 per l’esattezza, dichiarandosi favorevole al taglio dei parlamentari per poi andare immediatamente al voto. Un iter che però è impossibile. Il testo costituzionale infatti prevede che ogni riforma che ne vada a modificare il testo, dopo essere approvata da una maggioranza dei 2/3 di Montecitorio, debba essere papabile di un referendum entro tre mesi qualora richiesto da un quinto dei componenti di una delle Camere, da cinque consigli regionali e dai 500mila cittadini. Tale richiesta dovrà poi essere valutata dalla Corte di Cassazione, i cui tempi in questo caso si aggirano intorno ai 50 e i 70 giorni. Non bisogna essere esperti costituzionalisti allora per notare come Matteo Salvini abbia fatto la sua dichiarazione in un’ottica puramente propagandista, per poter allettare il malcontento del Paese. Ecco perché, ora più che mai, il nome di Sergio Mattarella viene invocato: il presidente della Repubblica per definizione protegge la Costituzione, e Mattarella si è dimostrato un perfetto guru della legge intervenendo già in passato, con i toni moderati che contraddistinguono lui e il suo ruolo, a spiegare perché certe cose non si possano fare. Anche se, occorre dirlo, si presume che la classe politica a guida di un Paese non abbia bisogno di ripetizioni, nemmeno dal Capo dello Stato.

(Credits immagine di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI)