Salvini, i salumi e il venerdì di Quaresima: quando la promessa data al Cuore di Maria non conta più
28/02/2020 di Redazione
Non siamo bigotti, in uno Stato laico. Il discorso è più ampio e riguarda la parola data in questa politica moderna, fatta solamente di slogan e di parole vuote. Matteo Salvini è diventato il campione della cristianità. Lo è stato nel corso della campagna elettorale, quando baciava rosari e brandiva vangeli dal palco dei suoi comizi. Il sacro e il profano, due mondi che mai nessuno aveva osato mischiare così intimamente, nemmeno il politico più devoto della fu Democrazia Cristiana. Eppure, oggi, dalle nevi del Trentino-Alto Adige, nel primo venerdì di Quaresima dopo il mercoledì delle Ceneri, il cattolicissimo Matteo Salvini si è fatto ritrarre mentre metteva in mostra un tagliere di salumi e un bicchiere di vino bianco.
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Quaresima di Salvini, la foto con i salumi in Trentino
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Tra i tanti riti del cattolicesimo c’è quello del digiuno penitenziale. Il catechismo lo consiglia fortemente il mercoledì delle Ceneri, ma anche nei venerdì di Quaresima, nelle cinque settimane che ci separano dalla Pasqua. Periodi forti, in cui il viola della penitenza accompagna la vita di ogni buon cristiano. Che dovrebbe pregare, rinunciare, non cadere in tentazione. Invece, proprio nel primo venerdì di Quaresima il richiamo dello speck è stato più forte di qualsiasi altra promessa al Cuore Immacolato di Maria.
Quaresima di Salvini senza digiuno, nonostante il Cuore Immacolato di Maria
Sia chiaro: non c’è nulla di sbagliato nel consumare carne in qualsiasi giorno si preferisca. Il discorso che facciamo si basa sui principi. Sull’azione che non corrisponde all’intenzione. Sul motto, sulla trovata efficace dal punto di vista dialettico che punta soltanto a ottenere il consenso. Pazienza se, poi, non la si mette in pratica. La fotografia del venerdì di Quaresima inondato dai salumi è lo specchio di questo concetto qui. La parola e il bacio al rosario per accattivarsi l’elettorato cattolico, anche quello più intransigente. Quello che, per intenderci, non ama Papa Francesco, ritenuto troppo progressista perché osa promuovere i valori dell’accoglienza nei confronti dei più deboli. Quello che, almeno in teoria, nei giorni della Quaresima non solo digiuna e non mangia carne, ma addirittura potrebbe usare il cilicio per chiedere la redenzione.
E, invece, qui siamo punto e a capo. Impenitenti, nonostante le preghiere. Baciamo i rosari, ma non rispettiamo i precetti di Santa Romana Chiesa. Ma il giorno dopo è già tutto dimenticato: ci sarà un altro slogan da sbandierare ai quattro venti e da non mettere in pratica.