Locatelli ha detto chi saranno i primi ad essere vaccinati in primavera

Franco Locatelli ha chiarito che le prime dosi di vaccino dovrebbero essere disponibili la prossima primavera

19/10/2020 di Ilaria Roncone

Mentre in Italia facciamo i conti con le «misure soft» – così come le ha definite il virologo Fabrizio Pregliasco – del nuovo Dpcm, il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli in un’intervista a InBlu Radio ha parlato del vaccino accennando sia alle tempistiche che alle persone che, per prime, avranno diritto ad accedere al farmaco. Pregliasco ha chiarito che in questo momento «si fa appello al buonsenso dei cittadini» con il rischio, però, di vedere le conseguenze di queste scelte a Natale.

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Quando vaccino Covid e a chi andranno le prime dosi?

Locatelli ha voluto chiarire cosa potrebbe accadere una volta avute le prime dosi di vaccino nel nostro paese e a chi – verosimilmente – verranno destinate. «Si sta facendo un grande sforzo internazionale sui vaccini», ha premesso il presidente del Consiglio superiore di sanità, aggiungendo che «realisticamente credo che potremmo far partire le vaccinazioni per le persone fragili, le forze dell’ordine, gli operatori sanitari nei primi mesi della prossima primavera». Abbiamo quindi un quando (la prossima primavera) e un chi (si prediligeranno le categorie elencate e poi, mano a mano che si avranno a disposizione altre dosi, si andrà avanti con la vaccinazione di massa).

La paura per le misure troppo soft del Dpcm

Intanto Presgliasco ha definito le misure del nuovo Dpcm «troppo soft»: «Il rischio però è che, se la situazione peggiora, gli effetti più pesanti li vedremo a Natale». La precedenza va sempre e comunque data alla scuola, favorendo lo smartworking e andando a potenziare i trasporti e la didattica a distanza per gli studenti più grandi (in particolare gli ultimi anno del liceo e gli studenti universitari). «Siamo di fronte ad una situazione che, se lasciata andare, comporterà l’esigenza di nuovi lockdown», ha detto Pregliasco, puntando il dito su città come «Milano, Napoli e Roma perché il virus in questa fase corre in particolare nelle grandi città».

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