Siamo ormai così fuori da condividere il QR Code del green pass sui social

Il Garante della Privacy mette in guardia: è una pessima idea pubblicarlo sui social network

24/06/2021 di Gianmichele Laino

Verrebbe quasi da chiedersi se il green pass possa essere rilasciato con riserva. Del tipo: se lo metti sui social network, verrà immediatamente revocato. Che senso ha, infatti, pubblicare – in uno spazio di ampia visibilità – il QR Code che si ottiene in seguito a vaccinazione (15 giorni dopo la prima dose, o dopo la seconda dose), in seguito a guarigione da Covid-19 e in seguito a tampone negativo? Si comprende che possono esserci dei rischi gravissimi di divulgazione di dati personali o – addirittura – di furto degli stessi? E infatti è dovuto intervenire il Garante della Privacy a mettere una pezza.

LEGGI ANCHE > Non preoccuparti se non hai ricevuto l’AuthCode per il Green Pass: arriverà il tuo turno

QR Code green pass sui social, il monito del Garante

Guido Scorza, dell’autorità Garante per la Privacy, ha pubblicato una lunga nota in cui spiega perché pubblicare il green pass sui social netowrk è «una pessima idea». I dati contenuti all’interno del QR Code – pur non visibili a occhio nudo – sono comunque leggibili facilmente da chi dovesse essere animato da pessime intenzioni.

I timori sono essenzialmente due: «È pericoloso per sé – afferma Guido Scorza – perché si lascia in giro per il web una scia di propri dati personali per di più sanitari che chiunque potrebbe utilizzare per finalità malevole. Ad esempio per desumere che la persona ha patologie incompatibili con la vaccinazione o è contraria al vaccino. E di qui negare impieghi stagionali, tenere lontani da un certo luogo, insomma per varie forme di discriminazione. O anche per fare truffe mirate o per fare profilazione commerciale. Immaginiamo la possibilità che questi dati finiscano in un database venduto e vendibile. Ma questa prassi potrebbe facilitare anche la circolazione di QR-Code falsi che frustrerebbero l’obiettivo circolazione sicura perseguito con i green pass».

Siamo nell’età dell’apparenza. È come se le cose non si avverassero se non vengono prima pubblicate sui social network. Ma ci sono dei limiti: il QR Code per il green pass non è una vacanza da esibire per fare invidia ai colleghi di lavoro o ai vicini di casa. Si tratta di un insieme di dati personali altamente sensibili. La pubblicazione sui social network è un gesto sconsiderato, oltre che stupido. Pertanto, il Garante per la Privacy si è sentito in dovere di ricordare che il QR Code va esibito esclusivamente alla presenza delle forze dell’ordine o a chi è autorizzato dalla legge a richiederlo.

Share this article
TAGS