Twitter banna gli account legati a QAnon, la teoria che parla di un complotto anti-Trump
22/07/2020 di Gianmichele Laino
Twitter era diventato il suo terreno di diffusione preferito. Adesso, per QAnon, rischia di trasformarsi nella pietra tombale. Il gruppo che illustra al mondo intero una presunta teoria cospirazionista contro Donald Trump e che cerca di tenere alta l’attenzione su questo tema, sempre dalla parte dei suprematisti, rischia di vedere limitata la diffusione dei propri contenuti. Il social network di Jack Dorsey, infatti, ha stabilito la chiusura di 7mila account e la limitazione di 150mila profili in seguito alla diffusione di quelle che sono considerate fake news e teorie del complotto.
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QAnon, Twitter propende per la limitazione degli account
NBC News è il network che per primo ha parlato di questa limitazione, che potrebbe infliggere un altro duro colpo alla campagna elettorale di Donald Trump in vista di una possibile rielezione alla Casa Bianca nel 2020. In tanti, infatti, anche in seguito all’inserimento nella rete di QAnon (che è vastissima e ha seguaci in tutto il mondo: anche in Italia i profili che la seguono solitamente utilizzano tre stelline accanto ai propri nickname) hanno avuto modo di accrescere la propria fiducia nell’attuale presidente degli Stati Uniti.
La guerra di Twitter contro QAnon
Il monitoraggio di questi account e dei loro contenuti sarà molto stringente, dal momento che Twitter imporrà anche dei filtri per impedire la circolazione di false informazioni legate alla rete d QAnon, promettendo una battaglia a tutto campo anche contro coloro che tenteranno di girare i divieti utilizzando frasi in codice o altri modus operandi per continuare a diffondere le teorie cospirazioniste.
QAnon si riconosce per le sue iniziali rosse e nere e ha come motto principale il famoso tutti per uno, uno per tutti sintetizzato dall’hashtag #WWG1WGA. Da oggi, praticamente, vederlo nelle tendenze di Twitter o, comunque, nella propria timeline sarà sempre più difficile in seguito ai provvedimenti che il social di Jack Dorsey (che si è reso da tempo protagonista di una sorta di battaglia ideologica contro Donald Trump, inserendo anche dei fact-checking a corredo dei suoi tweet) sta per prendere.