PyeongChang – Pyongyang: così vicine, così lontane
16/01/2018 di Gianmichele Laino
Pyeongchang, Pyongyang, così vicine, così lontane. Anche l’assonanza dei due nomi può confondere. Ma si tratta di due città diametralmente opposte, in due Stati diversi, dove si respira la stessa aria. Ma con sfumature, ovviamente, contrastanti. La prima si trova in Corea del Sud e dal 9 al 25 febbraio 2018 ospiterà le XXIII Olimpiadi invernali. La seconda è la capitale della Corea del Nord, oltre il 38° parallelo, base logistica di Kim Jong-Un, il dittatore che sta tenendo il mondo con il fiato sospeso.
PYEONGCHANG, LA STRADA VERSO IL DISGELO
Eppure Pyeongchang potrebbe aprire la strada di un dialogo con Pyongyang. La tregua olimpica, infatti, con la partecipazione molto probabile di una delegazione di atleti nord-coreani ai Giochi invernali, potrebbe lasciare spazio a un disgelo nel freddo inverno asiatico. Per qualche tempo, non si terranno più gli occhi puntati sul bottone sgancia-missili del dittatore del Nord, non si tratterrà il respiro per ogni suo esperimento nucleare, non si cercherà la strada dell’isolamento.
Almeno è quello che ci si augura per vivere serenamente il periodo delle Olimpiadi e per gettare le basi per un dialogo futuro. Scongiurando una catastrofe che, solo qualche mese fa, sembrava inevitabile. La Corea del Sud del presidente Moon Jae-in potrebbe addirittura sospendere le sanzioni a cui il Nord era sottoposto a causa delle ripetute violazioni degli accordi da parte di Kim Jong-un. E anche se a Seoul l’opinione pubblica è divisa tra scettici e ottimisti, i Giochi Olimpici invernali si avviano a essere il banco di prova di una pace ancora possibile.
PYEONGCHANG, UNA CITTÀ DA VISITARE
E allora godiamoceli questi Giochi, ultramoderni e ultratecnologici nel Paese della Samsung. Divisi tra le montagne di Yongpyong e Jeongseon (entrambe nella contea di PyeongChang, dove si svolgeranno le gare sugli sci) e la cittadina costiera di Gagneung (che invece ospiterà le gare negli impianti di pattinaggio, di hockey e di curling), gli eventi puntano a essere impeccabili sia dal punto di vista della logistica, sia dal punto di vista dell’organizzazione.
PyeongChang non sarà soltanto il centro sportivo per 89 Paesi partecipanti: il locale comitato olimpico ha pensato di invitare anche tutti gli altri Paesi asiatici che mostreranno alle telecamere di tutto il mondo i loro usi e costumi, per una sorta di Expo dell’Oriente in una location mozzafiato e facilmente raggiungibile.
PYEONGCHANG 2018, LE ASPETTATIVE DEGLI AZZURRI
Le Olimpiadi di PyeongChang 2018 saranno quelle del riscatto per la nazionale azzurra. Dopo le prestazioni appena sufficienti a Sochi (8 medaglie, nessuna d’oro, per la prima volta fuori dalla top 20 mondiale), l’Italia è chiamata alla stagione del riscatto. Che può passare attraverso le lamine degli sci veloci di Sofia Goggia o Federica Brignone, di Peter Fill o di Christopher Innerhofer, dello sprint di Federico Pellegrino, della resistenza e della precisione di Dorothea Wierer; così come dall’incoscienza e dalla sfrontatezza della nostra portabandiera Arianna Fontana (short track) o dall’esperienza dei nostri pattinatori (sia nella velocità, sia nei disegni artistici di Carolina Kostner). Il presidente del Coni Giovanni Malagò ha parlato di “10 medaglie come traguardo realistico”. Speriamo che si sbagli e che i nostri atleti ce ne possano regalare qualcuna in più.
(Credit Image: © 2018 Pyeongchang Olympic Committ via ZUMA Wire)