Corte europea condanna l’Italia per il carcere duro a Provenzano malato, Di Maio: «Con la mafia nessuna pietà»

25/10/2018 di Redazione

È arrivata la sentenza della Corte europea dei diritti umani in merito alla vicenda del boss mafioso Bernardo Provenzano. Ed è una sentenza di condanna nei confronti dell’Italia che, negli ultimi mesi di vita del boss, gli ha negato una carcerazione più leggera, nonostante le sue gravi condizioni di salute che lo hanno portato alla morte il 13 luglio 2016.

Le motivazioni della sentenza su Provenzano

Stando alla motivazione della sentenza, «il ministero della giustizia italiano ha violato il diritto di Provenzano a non essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti». Più volte, a partire dal mese di marzo del 2016, l’avvocato di Provenzano, Rosalba Di Gregorio, aveva richiesto allo Stato italiano di far uscire il suo assistito dal regime del 41-bis. Secondo le perizie mediche effettuate dopo queste richieste, infatti, Provenzano non era più in grado di parlare né di comprendere, se non per esprimere concetti incomprensibili, aveva lunghi periodi di sonno e stati di semi-incoscienza.

«Quella che abbiamo combattuto – ha affermato l’avvocato Di Gregorio – è stata una lotta per l’affermazione di un principio e cioè che applicare il carcere duro a chi non è più socialmente pericoloso si riduce ad una persecuzione». Secondo la tesi della Di Gregorio, la degenza di Provenzano non era compatibile con quella del carcere duro, ma soltanto con una struttura specializzata che potesse assisterlo al meglio. Oggi, la sentenza della Corte europea le ha dato ragione.

La reazione di Luigi Di Maio

Non ci sta il vicepremier Luigi Di Maio, che è stato tra i primi a commentare sui social network il suo disappunto per la sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo. «Ma scherziamo? – ha scritto su Facebook – La Corte europea dei diritti umani ha condannato l’Italia perché decise di continuare ad applicare il regime duro carcerario del 41bis a Bernardo Provenzano, dal 23 marzo 2016 alla sua morte. Avremmo così violato il diritto di Provenzano a non essere sottoposto a trattamenti inumani e degradanti. Non sanno di cosa parlano! I comportamenti inumani erano quelli di Provenzano. Il 41bis è stato ed è uno strumento fondamentale per debellare la mafia e non si tocca. Con la mafia nessuna pietà».

La reazione di Matteo Salvini

«La Corte Europea di Strasburgo ha ‘condannato’ l’Italia perché tenne in galera col carcere duro il ‘signor’ Provenzano, condannato a 20 ergastoli per decine di omicidi, fino alla sua morte. Ennesima dimostrazione dell’inutilità di questo ennesimo baraccone europeo. Per l’Italia decidono gli Italiani, non altri». Lo dice il ministro dell’Interno Matteo Salvini.

La risposta di Angelo Provenzano, figlio del boss

«Se lo Stato risponde al sentimento di rancore delle persone, alla voglia di vendetta, lo fa a discapito del Diritto. Questo credo sia ciò che la Corte di Strasburgo ha affermato sul 41 bis applicato a mio padre dopo che era incapace di intendere e di volere», ha detto Angelo Provenzano, figlio del boss di Cosa Nostra.

FOTO: ARCHIVIO/ANSA

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