La vicepreside: «No alla gonna, attirate sguardi dei docenti maschi», protesta femminista in un liceo romano

Le frasi sessiste pronunciate dalla vicepreside del liceo Socrate di Roma hanno spinto le ragazze a scoprire le gambe

18/09/2020 di Ilaria Roncone

Chissà cosa ha indotto la vicepreside dell’istituto Socrate ad assumere questo atteggiamento nei riguardi delle sua alunne. Mentalità retrograda? Voci sentite in corridoio tra i colleghi maschi? L’espressione di un’opinione personale? Non è dato saperlo, ma il risultato è che le studentesse del liceo Socrate di Roma hanno deciso di protestare a modo loro. La rivolta delle ragazze del Socrate riporta indietro nel tempo, alle rivolte femministe degli anni ’70 al cui centro c’era la rivendicazione delle donne sul proprio corpo. Rivendicazione che, a quanto pare, dopo 40-50 anni è ancora necessaria per le studentesse liceo Socrate di Roma.

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«Niente minigonne a scuola, sennò ai prof gli cade l’occhio»

Queste la parole che la vicepreside avrebbe pronunciato e che hanno scatenato la rivolta femminista delle ragazze del Socrate. Tutto nasce dal fatto che i banchi ordinati con il bando di Arcuri ancora non sono arrivati e, sedute sulle sedie senza barriere tra loro e i docenti, le gambe delle ragazze si vedrebbero troppo e attirerebbero l’attenzione dei docenti maschi. A una studentessa dell’ultimo anno è stato dato un consiglio – se così lo vogliamo chiamare – direttamente dalla vicepreside, che l’ha presa in disparte. Il racconto di una compagna di classe ha fornito maggiori dettagli:  «Ha detto che non era il caso di vestirsi in quel modo, che era provocante, che a qualche professore poteva “cadere l’occhio”».  Le stesse parole sarebbero state ripetute anche ad altre ragazze dell’ultimo anno del liceo, non mancando di sottolineare come la mancanza di banchi e la gonna comportino «troppa attenzione da parte dei professori maschi». La studentessa ha anche descritto la gonna in questione: «normale, morbida. E comunque, a prescindere da tutto, era il suo modo di esprimersi».

Studentesse liceo Socrate: la rivolta delle gambe scoperte

Dopo essersi confrontate la realtà emersa ha fatto mobilitare le ragazze, che hanno tutte definito inaccettabili le considerazioni fatte dalla loro docente. «I nostri corpi non possono essere oggettificati, non possiamo prendere la colpa per gli sguardi molesti degli insegnanti maschi»: questa la frase che si legge sui manifesti di “Ribalta femminista” affissi in tutta la scuola. L’invito era – per tutte le ragazze e anche per i ragazzi – di presentarsi a scuola con la gonna e questo è avvenuto nella giornata di ieri. «La scuola è un luogo che dovrebbe proteggere e tutelarci», hanno detto le ragazze, «abbiamo intenzione di scrivere una lettera al preside. Non esiste sentirci dire da una vicepreside che non dobbiamo vestirci in un determinato modo: così non ci sentiamo protette». Il preside, parlando con Repubblica, ha affermato di non saperne nulla ma si è detto disposto a fare degli accertamenti poiché «tutte e tutti possono vestirsi come vogliono, gli unici limiti sono la Costituzione, il codice penale, e naturalmente un po’ di buon senso».

 

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