Milano, c’è Salvini sotto casa: due donne scrivono a penna «Vattene»

Una protesta rumorosa proprio perché silenziosa. Il paradosso è questo. Le scene dei sit-in di Matteo Salvini sono già viste e riviste. Persone che gli si avvicinano, ampi sorrisi, selfie addirittura da quantificare, come se fossero automaticamente consensi. Il numero di fotografie, secondo il suo social media manager Luca Morisi, è una sorta di trofeo da mostrare, come avvenuto il 4 gennaio scorso con «i più di cento selfie scattati dal Capitano a Chieti». Eppure c’è chi non la pensa così. E, per questo, emerge dal resto della folla.

Protesta contro Salvini a Milano: il cartello spontaneo

Milano, 12 gennaio. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, in corso Vercelli, distribuisce volantini insieme ai volontari. Il solito bagno di folla, con le persone che lo acclamano e che si fermano per farsi fotografare con lui, personaggio social prima ancora che istituzione dello Stato. Tanti i giovani che gli chiedono uno scatto con lo smartphone.

Tutti contenti? Non proprio. Due giovani donne, affacciate dalla finestra di casa, si sentono infastidite dalla scena. E, spontaneamente, scrivono a penna su due fogli di carta: «Vattene via». Lo scatto dei fotografi accorsi all’appuntamento da campagna elettorale permanente di Salvini fa tutto il resto.

Si chiamano Giorgia e Silvia, hanno entrambe 35 anni. La prima è una designer, la seconda è avvocato. Quando hanno visto Salvini davanti casa loro proprio non hanno resistito: «La folla lo sosteneva: ci è venuto spontaneo scrivere di getto ‘Vattene via’. Non avevamo mai fatto una cosa del genere, ma questa l’abbiamo sentita proprio come una invasione di campo».

Le due professioniste stavano per uscire di casa, quando il ministro dell’Interno si è presentato praticamente a due passi dal portone della loro abitazione: «Non condividiamo la sua linea politica, specialmente sui migranti – hanno dichiarato -. Nella vita siamo molto misurate, ma questa volta ci è proprio venuto».

FOTO: ANSA/FLAVIO LO SCALZO

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