Più di 800 proposte di legge in Parlamento, manca il reddito di cittadinanza

Più di 800 disegni di legge presentati in Parlamento nelle prime sei settimane della nuova legislatura, cominciata il 23 marzo. Si tratta precisamente di 833 proposte: 306 al Senato e 527 alla Camera dei deputati. È quanto emerge dai dati disponibili (aggiornati al 2 maggio) sul sito del Senato della Repubblica, nell’archivio delle leggi e dei documenti approvati o depositati sia a Montecitorio che a Palazzo Madama. Tra i ddl figurano proposte di iniziativa popolare (18), del governo (3) o parlamentare (812).

Le proposte di legge in Parlamento, Forza Italia partito più attivo

Il partito nettamente più attivo finora è Forza Italia. I parlamentari del gruppo azzurro, che alle elezioni del 4 marzo hanno raccolto sul territorio nazionale poco più del 14% dei voti, sono primi firmatari di ben 223 proposte di legge tra Camera e Senato, oltre un quarto del totale. Seguono il Partito Democratico, a quota 194, la Lega, a 100, Fratelli d’Italia, a 94, e il Movimento 5 Stelle, a 86. I primi firmatari di tutti gli altri ddl sono iscritti a gruppo misto o formazioni minori.

Le modifiche della Costituzione

Su 833 disegni di legge, 2 riguardano la conversione di un decreto legge, 784 sono di natura ordinaria e 47 di natura costituzionale. Per quanto riguarda le modifiche della Carta le proposte sono molto diverse tra loro. La deputata Tiziana Caprini del M5S ad esempio ha presentato una proposta di eliminazione del principio del pareggio di bilancio. Paolo Russo di Forza Italia chiede addirittura l’introduzione dell’elezione del presidente della Repubblica a suffragio universale. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, vorrebbe modificare la Costituzione per introdurre il principio di sovranità rispetto all’ordinamento dell’Unione Europea. Edmondo Cirielli, altro onorevole di Fdi, propone la soppressione delle regioni e delle province e la costituzione di 36 nuove regioni.

I ddl ordinari

Non mancano anche i ddl su temi molto discussi. L’ex presidente del Senato Pietro Grasso ha presentato un disegno di legge sullo ius soli con nuove norme per l’acquisto della cittadinanza. La senatrice Dem Monica Cirinnà, prima firmataria della legge sulle unioni civili, ha depositato nuovi testi in materia di contrasto alle discriminazioni motivate dall’orientamento sessuale e e alla discriminazione matrimoniale. In materia elettorale il capogruppo di Fdi alla Camera Fabio Rampelli chiede una disciplina delle primarie. Per quanto riguarda la sicurezza la Meloni propone una modifica del codice penale in materia di legittima difesa. Ci sono anche i ddl sulle festività. C’è ad esempio chi chiede di ripristinare quella di San Giuseppe il 19 marzo e chi vuole introdurre quella del 17 marzo per celebrare la proclamazione dell’Unità d’Italia. Diverse proposte riguardano l’istituzione di commissioni di inchiesta parlamentare. C’è chi vuol far luce sulla violenza politica negli anni dal 1970 all’89 e chi sulle attività illecite legate al ciclo dei rifiuti. Infine, l’economia. Fdi chiede di attribuire a soggetti pubblici la proprietà della Banca d’Italia. Da deputati del Movimento 5 Stelle, tra le tante, viene proposta una legge per superare il divario retributivo tra uomini e donne.

Manca ancora un disegno di legge sul reddito di cittadinanza, la principale promessa dei pentastellati in campagna elettorale. Nella passata legislatura il testo, al Senato, sottoscritto da 50 senatori, prima firmataria Nunzia Catalfo, fu presentato il 29 ottobre 2013. Al telefono lo staff della senatrice M5S ci ha confermato che il ddl non è stato depositato e che dovrebbe essere riproposto senza particolari modifiche rispetto al testo già noto. Nella scorsa legislatura, tra marzo 2013 e marzo 2018 agli atti di Camera e Senato sono finiti 8.003 disegni di legge, poco più di 3mila a Palazzo Madama.

(Foto di copertina da archivio Ansa: una panoramica dell’Aula della Camera dei deputati durante la votazione per l’Ufficio di presidenza di Montecitorio del 29 marzo 2018. Credit immagine: ANSA / ALESSANDRO DI MEO)

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