La Procura di Agrigento presenterà ricorso in Cassazione per la liberazione di Carola Rackete

L’arresto in flagranza di reato di Carola Rackete non è stato convalidato dalla gip Alessandra Vella. A rendere possibile la sua “liberazione” è una questione in punto di diritto legale: se possa o meno considerarsi violazione del Decreto Sicurezza Bis l’attracco non autorizzato di una nave Ong che abbia salvato in mare dei migranti, e che abbia quindi il “dovere primario” di portare i soccorsi nel porto sicuro più vicino. E proprio su questo punto va a cadere l’intenzione della Procura di Agrigento di presentare ricorso in Corte di Cassazione.

La Procura di Agrigento presenterà ricorso in Cassazione per la liberazione di Carola Rackete

La Procura di Agrigento ha infatti annunciato di voler depositare un ricorso contro la decisione del Gip Vella: l’intenzione sembra essere quella di ottenere una pronuncia dalla Corte di Cassazione a cui potersi appellare nelle future cause con le navi Ong. Se nel caso di Carola Rackete il Gip non ha convalidato il provvedimento cautelare, facendo quindi prevalere il dovere primario del soccorso sulle norme previste dal decreto Sicurezza Bis, la speranza dell’ufficio guidato dal pm Luigi Patronaggio è che una sentenza possa stabilire senza margini di dubbio la priorità del decreto firmata da Salvini. Inoltre, la pronuncia del Gip Vella affermava che le motovedette della Guardia di Finanza non possono essere considerate navi da guerra, mettendo di fatto a rischio le accuse contro Carola Rackete di aver violato il codice di navigazione.

A prescindere dall’azione legale intrapresa dalla procura di Agrigento, Carola Rackete dovrà comunque recarsi nella città per incontrare il procuratore aggiunto Salvatore Vella, essendo ancora indagata per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, violazione del codice di navigazione e del decreto sicurezza bis.

(Credits immagine di copertina:  ANSA/MATTEO GUIDELLI)

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