Primo Maggio di Taranto, niente concerto ma docufilm e ospiti | Video

Il Primo Maggio è da sempre una delle feste più sentite in Italia, anche se per questo 2020 l’emergenza coronavirus ha gioco forza ridimensionato. La manifestazione principale è storicamente quella di Piazza San Giovanni, ma nel corso degli ultimi anni ha preso sempre maggior importanza “Uno Maggio Libero e Pensante ” di Taranto.  Il Comitato dei Cittadini ha presentato l’edizione 2020 del Primo Maggio di Taranto in un’affollata conferenza stampa via Zoom con la presenza tra gli altri di Gino Strada , Diodato , Roy Paci e Michele Riondino. Quest’anno l’evento musicale non si svolgerà come da tradizione, ma sarà sostituito da una serie di interventi di politici e amici del mondo dello spettacolo che si susseguiranno durante il giorno sulla pagina Facebook. In serata poi verrà mandato in onda su La7 subito dopo Propaganda Live  un docufilm realizzato con i contributi di tanti personaggio e diretto  Francesco Zippel, realizzato con la collaborazione di  Giorgio Testi e Fabrizio Fichera.

Il primo ad intervenire è stato Michele Riondino diretto d’artistico del Primo Maggio di Taranto e neo papà: “Mi è appena nata la bambina quindi dovrò scappare da questo incontro – ha subito anticipato con un sorriso – Primo Maggio di Taranto è cresciuta al punto da ritenersi legittima proprietaria dell’occupazione della giornata dei lavoratori quando era solita essere abitata da un unico evento in un’altra piazza. Quest’anno non vediamo coinvolta solo l’Italia in questa emergenza, ma tutto il mondo. Noi tarantini sappiamo bene quanto sia dura andare a lavoro e rischiare la propria salute. Noi non dobbiamo accettare di fare profitto sul rischio della salute e noi tarantini lo viviamo da anni, non avremmo mai voluto e auspicato di condividere questo dramma. Oggi Taranto è su scala mondiale per questo dramma”.

Poi entra nello specifico della manifestazione di quest’anno: “La bellezza di Uno Maggio Taranto non è un evento musicale, ma nasce dal bisogno di parlare di questo argomento. Gli artisti che si esibiscono tra un intervento politico e l’altro sono il contorno, sono un megafono per far arrivare la voce. La musica non è mai stata la protagonista assoluta e non lo sara. Noi lavoratori dello spettacolo siamo molto penalizzati perché nessuno si occupa della strategia per rimettere in campo questo settore culturale del paese. La tecnologia streaming non può sostituire l’evento live, uno maggio Taranto è un fenomeno che tocca l’emotività. Noi intendiamo tornare in piazza il prima possibile, non crediamo che mettere la cultura in un contenitore tecnologico sia la salvezza. Devo ringraziare tutti gli artisti che hanno deciso di rispondere presente a questo Primo Maggio. I lavoratori dello spettacolo sono i primi ad andare sullo schermo e dire di stare a casa e non vedere riconosciuto il nostro valore dal governo è un qualcosa di molto grave. Noi quest’anno abbiamo deciso di rispettare il dramma dell’umanità, la categoria dei medici e i malati che sono parte lesa della nostra società. Per questo motivo noi non faremo nessun concerto e dedicheremo la giornata ad interventi politici durante tutto il giorno e al docufilm  che andrà in onda dopo Propaganda Live su La7”.

Dopo le critiche a Giuseppe Conte da parte del Comitato dei cittadini liberi e pensanti di Taranto sono arrivate anche le parole di Antonio Diodato, direttore artistico anche lui di Uno Maggio Taranto e vincitore dell’ultimo Festival di Sanremo: “Subito dopo la vittoria del Festival di Sanremo ho voluto dedicarla a Taranto, una città in cui bisogna fare molto rumore. Quest’anno era importantissimo non rimanere in silenzio perché la condizione tarantina ora è comprensibile a tutti noi. Tutti stiamo vivendo il dramma di scegliere tra salute e lavoro. Tutti i governi stanno affrontando questo tema. Non ci sembrava una buona idea fare uno streaming musicale con vari interventi sul web, come se ne sono visti tanti. Abbiamo pensato di provare a coinvolgere qualcuno che potesse far rimanere questi contenuti nel tempo. Abbiamo cercato di coinvolgere Giorgio Testi che sarebbe venuto per realizzare un documentario. Gli artisti possono essere un grande megafono che permette alle persone che soffrono di arrivare il più lontano possibile, grazie a loro si sentono meno invisibili e più predisposti a lottare con maggiore forza”.

Roy Paci è il terzo direttore artistico del Primo Maggio di Taranto e sottolinea come ora l’emergenza Ilva e Covid-19 procedano di pari passo:Vorrei sottolineare che Taranto in questo momento è il paradigma di tutto quello che sta succedendo nel mondo. Il covid è l’Ilva e chi gestisce l’emergenza è Assenor Mittal. Dico questo perché pochi giorni fa un lavoratore è stato licenziato perché un lavoratore ha denunciato il lavoro senza mascherine e disinfettanti. Questo può essere anche indicativo a quello che sta accadendo anche nel mondo dello spettacolo. Più che rinunciare uno streaming fatto dagli amici musicisti, abbiamo voluto rinunciare a uno spreco di denaro e rivolgerci ad una situazione diversa. Non sarebbe stato giusto perché in questo momento gli artisti stanno in miseria e soffrono. I decreti sono complessi e non tutti godono di un contributo che stanno ricevendo altri, gli intermittenti non hanno diritto a nulla. Noi abbiamo fortemente voluto tutto insieme realizzare questo docufilm fatto in maniera egregia da professionisti che si sono offerti in modo gratuito. Questo prodotto avrà una sua vita e continuerà nel tempo oltre che su La7. Noi continueremo a portare avanti questa battaglia. Possiamo citare Vinicio Caposella, Piero Pelu, Samuel dei Subsonica e tanti altri”.

Non solo spettacolo, ma anche interventi di peso civile all’interno della conferenza stampa con diverse testimonianze. In apertura Simona Fersini, presidente del Comitato, ha ribadito il fine primo dell’Uno Maggio: “Dobbiamo dare tutela alla salute dei lavoratori, un diritto che dovrebbe essere contemperato insieme a tutti gli altri. È scritto sulla nostra costituzione, ma purtroppo bisogna sempre più scegliere tra il lavoro e la salute”.  Raffaele Cataldi, operaio in amministrazione straordinaria dell’Ilva dal 2018 da sempre si batte in prima linea e si è soffermato, oltre che sulle gravi condizioni dell’Ilva, su quelle in cui versa la popolazione tarantina: “In diversi giorni dell’anno i nostri figli non possono andare a scuola, non possono giocare, non possono neppure passeggiare. Il problema è che per il Coronavirus ancora non c’è una soluzione, per la fabbrica sì. La soluzione è svuotare quella fabbrica, ve lo dice un operaio che ci lavora”.

Una manifestazione dunque che avrà un valore ancor più importante per questo Primo Maggio in cui tutto il mondo è un po’ Taranto.

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