L’Ue fa pressione su Whatsapp per la privacy: «Garantire che gli utenti comprendano ciò che accettano»

L'Unione Europea ha fatto una serie di richieste esplicite alla piattaforma per chiarire quanto fatto l'anno scorso in termini di privacy Whatsapp e gestione dati utenti

27/01/2022 di Ilaria Roncone

L’eterna lotta tra i vari paesi e le regole di gestione della privacy degli utenti Whatsapp prosegue. Stavolta tocca all’Ue, che già lo scorso luglio si è vista segnalare dalla Beuc – organizzazione europea dei consumatori – le pressioni presunte che gli utenti avrebbero dovuto gestire quando si trattava di accettare nuove condizioni di uso e di gestione dati. Il capitolo privacy Whatsapp è stato affrontato in una lettera inviata all’azienda direttamente dalla Commissione europea e dalla rete delle autorità nazionali per i consumatori con una richiesta esplicita di chiarimento in merito a questo cambiamento attuato nel 2021.

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L’Ue chiede a Whatsapp di chiarire le modifiche di termini di servizio e privacy

La preoccupazione maggiore espressa dall’Ue riguarda lo scambio di dati «con terze parti e Facebook/Meta». La richiesta esplicita è quella di chiarire il cambio dei termini di servizio e le politiche sulla privacy andando a rassicurare rispetto alla conformità con le legge che protegge i consumatori dell’Unione. Il fulcro della segnalazione di Beuc era la questione notifiche in-app, che sono state definite costanti e «persistenti». Proprio questo modo di procedere sarebbe una violazione della Direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali. «WhatsApp deve garantire che gli utenti comprendano ciò che accettano e come vengono utilizzati i loro dati personali – ha sottolineato Didier Reynders, commissario per la Giustizia – in particolare quando vengono condivisi con i partner commerciali».

Le richieste a tutela della privacy Whatsapp utenti

«Mi aspetto che WhatsApp rispetti pienamente le norme dell’Ue che tutelano i consumatori e la loro privacy», ha fatto sapere il commissario, chiedendo un impegno concreto e la dimostrazione di come la piattaforma intende affrontare le preoccupazioni dell’Unione. Da Bruxelles arrivano una serie di precise richieste che vanno dallo spiegare in che modo l’app agisce rispettando le norme Ue sulla protezione dei consumatori fino al garantire che gli utenti vengano informati in maniera adeguata e puntuale senza la costante insistenza delle notifiche in-app.

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