Il Movimento 5 Stelle lancia il ‘preservativo di cittadinanza’

12/03/2019 di Enzo Boldi

Fino a qualche settimana si parlava di tampon tax, la tassa sugli assorbenti al centro di una ‘battaglia’ per la riduzione dell’Iva sul prodotto. Nonostante le mobilitazioni del web e le petizioni online dirette al ministro dell’Economia Giovanni Tria, nulla sembra muoversi in questa direzione. Ora, però, il Movimento 5 Stelle è pronto a proporre una nuova riforma che ha già preso un nome che è tutto un programma: il preservativo di cittadinanza.

La proposta di legge arriva da 30 senatori a Cinque Stelle che, con questo provvedimento vuole sensibilizzare i più giovani sulle necessarie precauzioni da prendere per non incorrere in malattie sessualmente trasmissibili, vogliono ridurre l’Iva (Imposta sul valore aggiunto) «sui profilattici maschili e femminili per la prevenzione di infezioni». La misura, così come è stata presentata, costerebbe circa 50 milioni di euro l’anno.

Il M5S vuole lanciare il preservativo di cittadinanza

Come riporta Alberto Di Majo su Il Tempo, il cosiddetto preservativo di cittadinanza è stato proposto per ridurre le malattie sessuali che, sempre più, si contraggono tra i giovani che sottovalutano l’importanza di rapporti sessuali sicuri. «Queste malattie costituiscono un esteso gruppo di malattie infettive diffuse in tutto il mondo – si legge nella proposta dei 30 senatori M5S -, che possono essere causa di sintomi acuti, infezioni croniche e gravi complicanze a lungo termine per milioni di persone ogni anno».

La confusione tra contraccezione e protezione

I dati a cui fanno riferimento sono quelli pubblicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui ogni anno sono circa 357 milioni le nuove infezioni trasmissibili a livello sessuale. «La distinzione tra contraccezione e prevenzione non è sempre chiara tra i giovani – si legge nella relazione che presenta la proposta di legge sul preservativo di cittadinanza -. Il 70,7% usa il profilattico come strumento di prevenzione, mentre il 17,6 dichiara di ricorrere alla pillola anticoncezionale. Questo dimostra come ci sia una confusione tra mezzi di contraccezione e di protezione». Per questo motivo, secondo il Movimento 5 Stelle, abbassare l’Iva al 10% permetterebbe una spesa più modica e un comportamento più sicuro tra i ragazzi.

(foto di copertina: Giannis Papanikos via ZUMA Wire)

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