Il governo si deve incontrare per parlare di prescrizione (e scongiurare la crisi)

L’annullamento della prescrizione dopo il primo grado di giudizio rischia di far vacillare seriamente l’intesa tra Movimento 5 Stelle e Lega. Vogliono questo provvedimento i primi, sono scettici i secondi. Ma è un nodo cruciale, una questione di vita o di morte per l’esecutivo. Che, infatti, si incontrerà in serata per spazzare via qualsiasi dubbio in materia.

Prescrizione, l’oggetto della discordia tra M5S e Lega

Il decreto anti-corruzione è all’esame delle commissioni parlamentari. Già in questa sede sono emerse le prime scaramucce tra Lega e Movimento 5 Stelle, con i primi assolutamente distanti dai secondi sulla questione della prescrizione. In giornata si sono registrate diverse dichiarazioni da parte dei parlamentari che, tuttavia, hanno affidato a Luigi Di Maio e a Matteo Salvini qualsiasi decisione in merito alla vicenda. Insomma, sarà un affare di governo e – secondo alcune fonti provenienti da entrambi i partiti – l’incontro tra i due massimi esponenti delle forze politiche, nonché vicepremier, potrebbe avvenire già in serata.

E se il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ribadisce l’intenzione di non voler rinunciare alla cancellazione della prescrizione per le persone condannate in primo grado per corruzione, dall’altro lato il Movimento 5 Stelle deve registrare l’impossibilità di presentare l’emendamento così come era stato scritto in un primo momento.

Il M5S ritira l’emendamento sulla prescrizione e lo ripresenta

In commissione, infatti, i pentastellati lo hanno ritirato per una questione – dicono – puramente formale. Sarà infatti ripresentato dalla relatrice del decreto, Francesca Businarolo (M5S), con una dicitura diversa per evitare il vizio di inammissibilità per estraneità di materia. Ricordiamo, infatti, che la norma è inserita in un decreto anti-corruzione e che, pertanto, a questo argomento deve fare riferimento. Il Movimento 5 Stelle ha pensato di aggirare l’ostacolo ripresentando il medesimo testo con la dicitura aggiuntiva «nonché in materia di prescrizione del reato».

La cosa, però, ha sollevato ulteriori dubbi tra le fila leghiste: gli esponenti del Carroccio hanno sottolineato come, su una materia così delicata, non si possa fare una semplice riforma in due righe.

FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI

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