Il premier politico del governo M5S-Lega: ora in pole Toninelli, Crimi, Fraccaro e Bonafede

Chiuso il contratto di governo, M5S e Lega riprendono la partita della premiership, con Luigi Di Maio e Matteo Salvini intenzionati a trattare ad oltranza su un nome politico. Dopo la settimana di trattative sul programma comune sembra scontato, ed è stato più volte ribadito da entrambe le parti, che il presidente del Consiglio di un eventuale esecutivo giallo-verde non sarà un tecnico. Molto probabilmente a guidare il governo non sarà uno dei due leader. E quasi certamente sarà un pentastellato. «Per il premier stiamo parlando di un nome politico, come abbiamo sempre detto, non di una staffetta», ha ripetuto ieri Di Maio.

Il premier politico per un governo M5S-Lega, la rosa di 4 nomi

Ieri era circolato il nome del giornalista, neodeputato del Movimento 5 Stelle, Emilio Carelli. Come spiega Alessandro Trocino sul Corriere della Sera in tarda serata è stata registrata l’indisponibilità dell’ex direttore di SkyTg24, e in pole è rimasta una rosa di quattro nomi di parlamentari. Si tratta del capogruppo M5S al Senato Danilo Toninelli, uno dei protagonisti del tavolo tecnico che ha lavorato alle bozze del programma di governo, del senatore Vito Crimi, nel 2013 primo capogruppo pentastellato a Palazzo Madama e oggi indicato anche come possibile ministro delle Riforme, di Riccardo Fraccaro, fedelissimo di Di Maio e Questore della Camera, e di Alfonso Bonafede, altro deputato vicino al capo politico. Gli ultimi due sono i nomi che circolano più frequentemente. Ma va detto che non è stata mai del tutto accantonata l’ipotesi Di Maio.

I Ministeri

Ancora aperta ovviamente è anche la partita della composizione del governo. Alla Lega dovrebbe andare quasi sicuramente il ministero dell’Interno e potrebbe essere proprio Salvini a guidarlo. E al Carroccio sarebbero destinati anche l’Economia, l’Agricoltura, i Beni Culturali, l’Istruzione. Al M5S potrebbero andare invece il Lavoro, gli Esteri, con in pole il diplomatico Giampiero Massolo, la Sanità, l’Ambiente, le Riforme e la Difesa. Come sul contratto e sul programma l’ultima parola spetterà ai due leader. E ovviamente al presidente della Repubblica che li riceverà al Quirinale.

(Foto da archivio Ansa. Credit immagine: ANSA / GIUSEPPE LAMI)

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