Matteo Salvini vuole aumentare i poteri delle prefetture, ma nel 2014 voleva chiuderle tutte

18/04/2019 di Enzo Boldi

Passa il tempo, cambia la gente. E di battaglie ne ha fatte tante. Forse troppe. Ed è così che Matteo Salvini, per merito (o colpa, dipende dai punti di vista) della memoria dei social, cade ancora una volta nell’incoerenza. Nel tardo pomeriggio di mercoledì, infatti, il ministro dell’Interno ha emanato una direttiva per dare maggiore potere alle prefetture, togliendone ai sindaci. Una mossa che ha scatenato le reazioni di molti primi cittadini che si sentono depauperati di alcuni poteri fondamentali nella gestione delle loro città. Ma dov’è l’incoerenza del leader della Lega? La risposta ce la dà un suo tweet (e non solo, perché la questione ha fatto parte di una lunghissima campagna elettorale del Carroccio) del primo maggio del 2014: quasi cinque anni fa.

All’epoca, infatti, Matteo Salvini portava avanti una sua idea maturata nel corso del tempo: l’abolizione di tutte le prefetture d’Italia perché ritenute dispendiose e inutili. Il programma di cancellazione integrale è riportato anche sul sito della Lega che ne parlava così: «Il Prefetto è un organo periferico dell’amministrazione dello Stato che dipende gerarchicamente dal Ministero dell’Interno. In un processo di riforma del Paese in un’ottica federalista, le competenze delle Prefetture devono essere trasferite alle Regioni, agli Enti Locali o ad altri organismi o istituzioni (ad es. le Camere di commercio)». Il tutto confermato anche da un Tweet del suo segretario.

 

Nel 2014 Salvini voleva chiudere tutte le prefetture

Nel testo del documento della Lega (che all’epoca ancora portava con sé l’etichetta Nord e lo slogan ‘Prima il Nord’) esprime la sicurezza da parte del partito di Matteo Salvini nel voler cancellare interamente tutte le prefetture d’Italia: «La figura del Prefetto è contraria ad una organizzazione dello Stato su basi federaliste. Il Prefetto infatti, essendo l’emanazione periferica dello Stato sul territorio, è sinonimo di centralismo. Ecco perché mantenere la figura del Prefetto significa mantenere un controllo finale dello Stato centrale sulle autonomie locali che, invece, hanno il diritto di autogovernarsi all’interno di un sistema che si voglia configurare come federale. Visto che la riforma federale del Paese ha l’obiettivo di diminuire il peso dello Stato, mantenere questa figura istituzionale non darebbe alle varie realtà territoriali la possibilità di governarsi in maniera autonoma. È quindi chiaro che il Prefetto si pone in netta contrapposizione con le esigenze di un vero decentramento dei poteri in favore delle autonomie locali e di ogni vera riforma federale del Paese».

La memoria della rete e l’incoerenza politica

Ora, evidentemente, le cose devono essere cambiate e Matteo Salvini ha deciso non solo di mantenere in vita tutte le prefetture, ma utilizzarle (ancora una volta) come mezzo di propaganda per mostrare i suoi muscoli ai vari sindaci delle città italiane. Peccato che la rete abbia una memoria infinita, in grado di far riemergere vecchie idee e prese di posizioni. Ma la vita è una campagna elettorale.

 

(foto di copertina: ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI + Tweet Matteo Salvini del 1 maggio 2014)

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