Qual è lo stato dei reparti di terapia intensiva in Italia, regione per regione

Il discorso di questa donna ci fa capire quanto sia importante l’azione dei medici nell’ambito della gestione dell’emergenza del Covid-19. Il valore del personale sanitario, la disponibilità degli esseri umani che si trovano coinvolti in questa situazione. La donna che ha scelto di condividere la sua esperienza di paziente nel pieno del contagio da coronavirus ha lasciato una testimonianza fondamentale per far capire quale possa essere la singola esperienza di un malato in questo momento. Ma c’è un problema che, in questi ultimi giorni, sta emergendo in maniera sempre più evidente. Sono i posti terapia intensiva dei singoli ospedali nelle varie città italiane. Il grido d’allarme sta arrivando soprattutto dalla regione Lombardia, che ieri ha avvisato il resto d’Italia: i posti in terapia intensiva stanno rapidamente terminando e la situazione è ancora lontana dall’essere risolta. Ma anche nelle Marche la situazione delle terapie intensive è arrivata alla saturazione. Un’emergenza senz’altro più silenziosa quella della regione adriatica, ma che è altrattanto grave.

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Posti terapia intensiva, la situazione in tutta Italia

Ma qual è lo stato dei posti terapia intensiva in Italia al 15 marzo? La premessa fondamentale è che un quadro di questo genere è in rapidissima evoluzione e può mutare da un giorno all’altro. La fotografia attuale si basa su dati del Ministero della Salute e sui numeri del contagio da coronavirus che sono stati diramati dalla Protezione Civile nel suo bollettino quotidiano. Dopo l’esplosione dell’emergenza coronavirus, i posti di terapia intensiva in Italia sono stati portati – con enorme sforzo – a circa 6100 su tutto il territorio nazionale. L’occupazione dei posti letto in terapia intensiva in tutto il Paese ha un tasso del 27%, distribuito in maniera ovviamente non omogenea tra le diverse regioni.

Concretamente, sono 1518 i posti di terapia intensiva occupati a causa dell’emergenza coronavirus. Di questi 732 sono in Lombardia e 93 nella regione Marche. Abbiamo evidenziato queste due regioni perché la loro situazione è completamente diversa, ma la saturazione è simile. In Lombardia i posti in terapia intensiva a disposizione sono molti di più, ma sono stati rapidamente occupati dopo il contagio da coronavirus. Nelle Marche i reparti di terapia intensiva sono molto più ridotti e, di fronte a un pacchetto di casi relativamente limitato, stanno andando in sofferenza.

Posti terapia intensiva, le situazioni più critiche

In Lombardia, l’occupazione delle terapie intensive è arrivata all’83%, mentre nella regione Marche si è arrivati all’81%. Nonostante il numero elevato di contagi da coronavirus, invece, sembrano reggere meglio l’Emilia-Romagna (che ha solo il 34% di posti in terapia intensiva occupati) e il Piemonte, con il suo 47% di occupazione dei reparti. Al sud la situazione, al momento, è migliore. Ma se l’emergenza dovesse estendersi nelle regioni meridionali, la sfida sarebbe ancora più complessa. Qui i posti di terapia intensiva non arrivano neanche lontanamente a pareggiare quelli nelle altre zone d’Italia. Al momento, però, le percentuali di occupazione sono molto basse (3% in Campania, Sicilia e Calabria, 4% in Basilicata, 1% in Puglia).

Nell’emergenza coronavirus, solo due regioni non hanno occupato i reparti di terapia intensiva: la Valle d’Aosta e la Sardegna non presentano ancora ricoverati gravi.

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