Facebook e quell’esperimento sui contenuti politici che appaiono nel News Feed

Lo scorso febbraio Facebook aveva annunciato un esperimento: mostrare i contenuti politici a un sottoinsieme di persone e studiare la loro reazione ad essi

01/09/2021 di Giorgia Giangrande

A febbraio Facebook aveva annunciato un esperimento sui post politici che appaiono nel News Feed, ovvero nella home di ciascun utente. Il motivo? Verificare la misura in cui gli utenti apprezzano quella tipologia di contenuti.

LEGGI ANCHE > Dei venti post più visti di Facebook secondo il report, solo quattro sembrano originali

L’esperimento di Facebook sui post politici

L’esperimento avrebbe ridotto la quantità di contenuti politici mostrati a un sottoinsieme di utenti in alcuni paesi, compresi gli Stati Uniti, e poi – in un secondo momento – avrebbe chiesto loro informazioni sull’esperienza. A tal proposito, come segnala Wired, un direttore del product management aveva scritto sul blog di Facebook che il loro obiettivo era quello di «preservare alle persone la capacità di trovare e interagire con i contenuti politici su Facebook, rispettando la volontà di ogni persona».

A febbraio la mossa venne annunciata appena un mese dopo che i sostenitori di Donald Trump avevano preso d’assalto il Campidoglio degli Stati Uniti. Circostanza nella quale alcune persone, compresi i funzionari eletti, cercarono di incolpare Facebook.

Facebook ha perciò deciso di sperimentare in che modo gli utenti siano influenzati dai contenuti politici che appaiono sul loro News Feed, anche se la premessa di qualsiasi feed guidato dall’intelligenza artificiale è che non c’è bisogno di dirgli cosa si vuole vedere. Semplicemente osservando ciò che ti piace, condividi, commenti o semplicemente ti soffermi, l’algoritmo impara quale tipo di materiale cattura il tuo interesse e ti mantiene sulla piattaforma. In un secondo momento, ti mostrerà più roba come quella.

I dati dell’esperimento

Recentemente, la società ha fornito un aggiornamento sui dati raccolti fin qui da febbraio. I risultati del sondaggio suggeriscono che gli utenti apprezzano di vedere roba politica meno frequentemente nei loro feed. Ora Facebook intende replicare l’esperimento in più Paesi per analizzare ulteriori interazioni. Depoliticizzare i feed delle persone ha senso per una società come Facebook, che è ormai continuamente coinvolta per il suo potenziale impatto sulla politica e sulle persone. Qualora l’esito di questi esperimenti dovesse portare a delle modifiche, il cambiamento potrebbe finire per avere importanti effetti a catena per i gruppi politici e le organizzazioni dei media che sono abituati a fare affidamento su Facebook per la loro distribuzione e il loro consenso.

Ciò che è evinto dalla prima analisi nei Paesi già interessati è piuttosto vago, ma in un post sul blog ufficiale si legge: «Abbiamo anche imparato che alcuni segnali di coinvolgimento possono indicare meglio quali post la gente trova più preziosi di altri». E poi: «Sulla base di questo feedback, stiamo gradualmente espandendo alcuni test per mettere meno enfasi su segnali come la probabilità che qualcuno commenti o condivida contenuti politici». Quindi, per dirla più esplicitamente: solo perché qualcuno commenta qualcosa, o addirittura lo condivide, non significa che sia quello che preferirebbe vedere nella sua timeline.  Sulla base dei risultati, l’attenzione sembra volersi spostare su ciò che piace davvero alla gente e le risposte potrebbero essere ben diverse da ciò che un algoritmo di apprendimento automatico impara monitorando silenziosamente il loro comportamento.

Il fatto che un giorno io sia attirato da uno sproloquio nel post del mio unico contatto no-vax, non vuol dire che io gradisca quel tipo di contenuto e – il giorno successivo – potrei addirittura essere disturbata dalla presenza di decine di contenuti come quelli sul mio News Feed.

Ma come sarà implementato il cambiamento, i frutti di quest’analisi? Gli effetti della nuova politica rimangono da determinare. Dopo tutto, tra il dire e il fare c’è di mezzo… l’ennesimo post politico che aizza le masse.

 

Share this article
TAGS